Friday, April 27, 2007

E Fuksas disse...

...che il grattacielo venga creato.

e oggi finalmente sembra che il nuovo palazzo della regione sorgerà dopo aver avuto il benestare della bresso.

non verrà costruito sulla spina 1 in corso lione ma vicinissimo al lingotto dove ora ci sono ancora le ultime fabbriche.

altezza prevista (reggetevi) : 115M

sarà quindi alto 15m in più del previsto.
tempi di realizzazione indicati da fuksas: 24 mesi
non si sa però la data di inizio dei lavori.
costo: 160 milioni €

intorno verrà creato un grande parco urbano.

fuksas dovrà quindi modificare il progetto ma la fisionomia del grattacielo rimarrà la stessa vista finora.
probabilmente verrà allargata la base.
il comune dovrà ora approvare la variante al piano regolatore.

>

question from England

hi,
can you guys post weblinks to sites that have any photos of Naples and its streets

I have already tried Pbase.com and Webshots.com


thanks

Max>

Domandona a li Romani

Ho appena finito di vedere tutti progetti di grattacieli per Milano e devo dire che mi rode un pò il c*lo...

A Milano tutti questi edifici (molti di loro sono anche molto belli) vanno tutti dai cento metri in sù. (sino ad arrivare agli oltre 200 dell nuova fiera).

A Roma tra tutti i progetti a malapena si raggiungono i cento, ed esteticamente non è che siano eccezionali.
Vedo enormi territori dove vengono costruiti nuovi quartieri, con l'unica particolarità che sembrano dei cloni di 100celle (tutte palazzine di max 5 piani).

La domanda è: PERCHé???? >

Yacht Abramovich

Oggi sono andato al porto di ancona a vedere lo Yacht di Abramovich, prima èra stato a venezia adesso quì ad ancona, praticamente è una cosa gigantesca, è una nave no uno yacht, qualcuno di voi l'ha visto
cosa ne dite???>

Trasformare Venezia in Disneyland ??



Il Gazzettino - Venezia - 08.06.2006


"Venezia - «Trasformiano Venezia in una Disneyland». Dall'Inghilterra i giornali lanciano una provocazione che verrà presentata in un convegno. La città reagisce

Di Davide Scalzotto

Dio salvi Venezia, perché pare proprio che gli inglesi si siano stancati di raccogliere soldi per la sua salvaguardia. Anzi, per alcuni è inutile sforzarsi, tanto la città è destinata a morire, a diventare roba da archeologia, come Pompei o le piramidi d'Egitto.

Tanto vale, a questo punto, affidarne la gestione alla Disney e far pagare ai turisti un biglietto di 30 sterline per godere dell'ennesimo parco per divertimenti, magari comprensivo di 60mila abitanti disposti a fare i figuranti di se stessi. Una proposta, quest'ultima, che arriva addirittura da un economista, John Kay, autore del saggio 'La verità sui mercati'. Kay sarà uno dei relatori al dibattito che lunedì 12 giugno, alla Royal Geographic Society di Londra, metterà di fronte quattro esperti su un titolo che è tutto un programma: 'Per salvare Venezia è stato già speso abbastanza denaro'. Un appuntamento organizzato dal 'Venice in peril found', il comitato britannico fondato da sir Ashley Clarke dopo l'acqua alta del 1966, che si occupa di raccogliere fondi per la salvaguardia di Venezia.

A dare manforte a Kay, lunedì, ci sarà il maggior consulente scientifico del governo britannico, sir David King. Una decina di lauree ad honorem in università di mezzo mondo, professore di chimica e fisica e membrodel 'Queens college university' di Cambridge, King sosterrà la sua tesi puntando non sull'economia, ma sulla tutela ambientale di Venezia, affermando che malgrado i tanti soldi destinati alla città, se non si metterà un freno alla crescita delle emissioni tossiche in laguna, non ci sarà salvezza per Venezia.Le posizioni di Kay e King saranno confutate dallo storico dell'architettura Joseph Rykwert e dallo scrittore e giornalista A.N. Wilson, ma intanto hanno già dato la stura ai giornali inglesi per buttare il naso oltre Manica, con una vera e propria campagna di stampa che ha sollevato il 'caso Venezia'. Fino a che punto, si chiedono in Inghilterra, è lecito continuare a spendere soldi per la salvezza di una città in declino? Che sia il segnale di un disinteresse britannico verso la Serenissima?

Avevano cominciato l'altro ieri il Times, il Guardian e l'Observer, ha proseguito ieri l'Independent, con un articolo di Peter Popham centrato sul dibattito attorno al Mose. «Un'opera - è scritto - figlia di Berlusconi» ma che ora deve fare i conti con un problema: «un sindaco di centrosinistra favorevole al progetto, come Paolo Costa, è stato sostituito da un altro sindaco di centrosinistra, Massimo Cacciari, che è contrario. E lunedì, sotto la sua guida, il consiglio comunale ha deciso di incalzare Roma che avrà l'ultima parola. Ogni ulteriore ritardo, tuttavia, sarà per Venezia un disastro». L'Independent si stupisce poi del fatto che i veneziani si lamentino che la qualità della vita si sia abbassata. «Ma come può essere così triste - scrive Popham, non rinunciando a seminare stereotipi - una città che ha boutique di alto livello, ricchi hotel, splendide chiese, gallerie e musei, con l'Harry's Bar pieno di clienti vestiti di abiti di lino color crema, intenti a sorseggiare il Bellini?».Già, come è possibile?Lunedì, sul Times, un articolo di Rachel Campbell-Johnston dal titolo 'Se amate Venezia, lasciatela morire' aveva risposto delineando scenari poco ottimistici, parlando di Venezia condannata a scomparire sotto l'azione dell'acqua e di un Mose che non servirà a nulla se non a prolungarne l'agonia. E sempre lunedì l'Observer e il Guardian, infine, avevano invocato la Disney dando eco alla proposta che John Kay rilancerà lunedì nel dibattito di Londra.La tesi dell'economista è la seguente: Venezia non può progredire come una normale città europea, la conversione in un parco a tema per turisti è l'unica speranza di salvezza. «Se la Disney si fosse interessata prima di Venezia - anticipa Kay al Guardian - la città non sarebbe in pericolo come è oggi». Secondo il suo schema, i turisti potrebbero essere chiamati a pagare 20 o 30 sterline in entrata e una volta in città potrebbero visitare liberamente chiese, musei, ristoranti e hotel che in questo modo verrebbero svincolati dalle corporazioni che finora sono state le uniche beneficiarie della ricchezza portata dal turismo, senza possibilità di ricaduta per la città.

Una provocazione? «Puttanate», si è limitato a liquidarle il sindaco Massimo Cacciari, che alcuni anni fa rispedì al mittente l'offerta di finanziamento per due regate e per il restauro della sede del Casinò di un miliardario di Las Vegas, costruttore e titolare di un mega hotel a immagine e somiglianza di Venezia, ma che un paio di settimane fa ha benedetto l'ingresso di un altro miliardario di Las Vegas nel consiglio di amministrazione della Fenice, con un finanziamento di un milione e mezzo di dollari in tre anni.In laguna comunque rigettano le interferenze che arrivano da Londra. «Siamo alle solite - sbotta il vicesindaco Michele Vianello - All'estero sono convinti che l'unico problema della città sia l'acqua alta, perché per anni si è fatto credere questo in quanto faceva comodo creare un fronte internazionale a favore del Mose. Gli inglesi sono legati all'immagine romantica di una Venezia decadente: pensino a Blair che è meglio, ognuno si occupi delle faccende di casa sua».

«Accettiamo volentieri i contributi dei comitati privati come il 'Venice in peril fund' - aggiunge Vianello - ma in questi anni lo sforzo maggiore per Venezia l'ha fatto lo Stato italiano. La città non può rinunciare ai contributi pubblici per la manutenzione di canali, rive e palazzi».

Claudio Scarpa, direttore dell'Associazione veneziana albergatori, lancia invece la controffensiva in campo nemico. «Il Comune - dice - mandi al confronto di Londra un suo rappresentante, magari il sindaco o il vicesindaco. L'amore degli inglesi per Venezia non può trasformarsi in disinteresse ed è giusto che l'amministrazione comunale vada a spiegare quanto si sta facendo e quanto si farà in difesa della città. E si approfitti di questo dibattito per chiederci, sul serio, come sono stati spesi negli ultimi 40 anni i contributi pubblici destinati al mantenimento e alla rivitalizzazione socio-economica della laguna».Tra Londra e Venezia fa da 'paciere' Lady Frances Clarke, vedova di sir Ashley, veneziana d'adozione, che spiega così il comportamento dei connazionali. «Non credo a una campagna di stampa contro Venezia - afferma - Così come non credo che quanto scrivono i giornali possa influire negativamente sull'opinione che gli inglesi hanno di Venezia e sulla necessità di una campagna internazionale per la sua salvaguardia. È nello stile inglese anticipare un confronto pubblico con posizioni estreme, in modo da suscitare il dibattito dell'opinione pubblica. 'Venice in peril fund' ha raccolto finora circa 4 milioni di sterline per Venezia e abbiamo intenzione di continuare a farlo. Anche il ricavato della vendita dei biglietti del confronto di lunedì andrà a questo scopo». Chissà se ne è informato chi ritiene che Venezia non valga una sterlina. ">

Stranezze architettoniche italiane

Sfogliando il web mi sono imbattuto in una foto decisamente fuori del comune: trattasi dei sotterranei del Monastero dei Benedettini di Catania.
Non so altro, sono stato al monastero diverse volte ma questa non l'avevo mai vista!



Sembra un UFO... >

Restyling waterfront principale politica di sviluppo urbano

Restyling waterfront principale politica di sviluppo urbano
Cresce lÂ'interesse delle città italiane per la riqualificazione dei fronte mare
. Numerosi i concorsi di progettazione



21/06/2006 – È in continuo sviluppo nelle città italiane lÂ'interesse per la riqualificazione dei waterfront. Ne sono testimonianza i diversi interventi già avviati, ed i numerosi concorsi di progettazione che hanno come oggetto il ripensamento del rapporto tra città, porto e mare.

La rigenerazione dei Â"fronte mareÂ" è diventata per le città la principale politica di sviluppo urbano. Tanto che si è spesso parlato di Â"marketing territorialeÂ", nel senso di uno sviluppo delle potenzialità offerte dal territorio. La realizzazione di alberghi, residenze, spazi per attività commerciali e di intrattenimento – prevista negli interventi di riqualificazione dei waterfront - costituisce infatti una importante opportunità di investimento per i privati, con il consequenziale sviluppo economico per la città.

Molti concorsi sono stati già aggiudicati; diverse competizioni sono ancora in corso, mentre per tante altre si attende la pubblicazione del bando che dia ai progettisti il via ufficiale alla gara.

Progetti di intervento sui waterfront sono stati i protagonisti del premio speciale Â"Città dÂ'acquaÂ", organizzato nellÂ'ambito della 9. Mostra Internazionale di Architettura a Venezia. Si tratta di una sezione curata da Rinio Bruttomesso - direttore del Centro Città dÂ'Acqua di Venezia - finalizzata a sottolineare il ruolo strategico del waterfront nei processi di riconversione e sviluppo urbano.
Di stessa ispirazione è Â"Premio di Architettura PortusÂ", lÂ'iniziativa che intende promuovere progetti di riqualificazione per aree di waterfront nei centri urbani di piccole e medie dimensioni di otto regioni del Mezzogiorno. Il Premio è promosso nel quadro delle iniziative di Â'Città – PortoÂ', sezione curata da Rinio Bruttomesso per la 10. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, in programma dal 10 settembre al 19 novembre 2006.

A Venezia sono state inoltre lanciate il mese scorso quattro competizioni under 40 per la riqualificazione dellÂ'area nord dellÂ'Arsenale. Altre città hanno recentemente promosso concorsi di progettazione per il ripensamento dei propri waterfront; tra queste La Spezia, Rapallo, Vado Ligure e Fregene. Mentre entro lÂ'anno si attende il concorso per la riqualificazione del watefront di Ancona.

Napoli, Ravenna, Savona, Salerno, Trieste sono invece le città che hanno già avviato dei progetti.
A Napoli il principale referente per la riqualificazione del fronte mare è Nausicaa S.p.A., società cui partecipano Provincia, Comune, Autorità Portuale di Napoli e Regione Campania. Iniziativa che prova la volontà di un dialogo con la pubblica amministrazione.
Il ripensamento della darsena di Ravenna porta la firma dello studio Boeri. Altre due firme di fama internazionale, rispettivamente Bohigas e Bofil, sono state scelte per i fronte mare di Salerno e Savona.

Tre primi premi ex aequo sono stati recentemente scelti per la riqualificazione della zona costiera di Latina: Insula Architettura e Ingegneria con il progetto Â"OltremareÂ", Mauro Saito con Â"DunalmiraÂ" e Salvatore Dierna con Â"Latina PoliteiaÂ".
La competizione per il fronte mare di Rapallo è stata aggiudicata nei giorni scorsi allo studio Cevini.

A Brindisi il progetto di riqualificazione del waterfront è ancora allo stato embrionale. LÂ'amministrazione comunale ha affidato alla società Ernst & Young uno studio di fattibilità che gli architetti spagnoli Miguel Corominas Ayala, Elias Torres e Alfredo Arribas hanno seguito per la parte urbanistica. Il progetto prevede una molteplicità di interventi a ridosso del porto, aspirante protagonista nel nuovo scenario di relazioni geopolitiche nel Mediterraneo.

Ancora in Puglia, e precisamente a Bari, è in cantiere un altro importante progetto di riqualificazione di fronte mare. Si tratta della sistemazione dellÂ'area dove meno di due mesi fa sorgeva il complesso Punta Perotti. Dopo la demolizione, sono in arrivo idee e progetti dalla Biennale di Venezia (nellÂ'ambito dellÂ'iniziativa Â"Progetto sudÂ"), con un concorso che propone un nuovo tempio cristiano di rito ortodosso, oppure il completamento del Lungomare fino alla lama San Giorgio attraverso una Â"via sacraÂ" che arrivi a San Nicola.
Proposte giungono anche dalla trasferta al Mipim di Cannes, fiera internazionale del real estate e dello sviluppo urbano. Secondo le ipotesi dÂ'intervento presentate a Cannes sarebbe prevista sulla costa sud-est la realizzazione di unÂ'ampia fascia di parco costiero destinato ad attività per la balneazione ed il tempo libero in generale, e per la ricettività turistico-alberghiera, con attrezzature di servizio disposte trasversalmente alla costa, a collegamento delle zone residenziali allÂ'interno con la fascia costiera.>