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Wednesday, April 11, 2007
Torino: aggiornamento torre S.Paolo
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Hyper Tower a Milano...
Qualcuno ha piu' info di questa Hyper Tower a Milano? |
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foto torino
una raccolta molto bella con decine di foto http://fotoditorino.altervista.org/1/> |
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Sedi delle Banche in Italia
Banca Antonveneta |
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Competition For The Planning Of Savoy [Bologna]
Competition For The Planning Of Savoy |
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Napoli: presentato progetto nuova piazza Garibaldi!!
Dalla matita di Dominique Perrault sono venute fuori non una, ma ben tre piazze Garibaldi: quella che guarda la Stazione centrale, la parte prospicente la statua di Giuseppe Garibaldi e quella ipogea. Da palazzo san Giacomo e dal gruppo Grandi Stazioni, invece, è venuta fuori una società mista che si farà prestare dalle banche i 40 milioni di euro che serviranno per fare sì che quelle tre piazze si concretizzino nei tempi previsti, cioè entro il 2008. Sono le grandi novità che caratterizzeranno un importante pezzo di città dentro il quale ci sarà uno stravolgimento da un punto di vista della viabilità perchè si punta a una pedonalizzazione pressocché totale. Si potrà - infatti - con le auto girare intorno al perimetro dellÂ'area ma non attraversarlo. Le piazze sovrastanti saranno invece un grande giardino corredato da palme. Pezzo di città che verrà rifnzionalizzato invece grazie alla piazza ipogea dove ci saranno cinema e teatri, bar e caffè, uffici e palestre, gallerie dÂ'arte e mostre permanenti e parcheggi per oltre 500 posti auto, perché in superifice spariranno le strisce blu. Uno snodo strategico quello disegnato da Perrault, basta pensare che lì insisteranno la Stazione Centrale della Fs (ieri il grupo grandi stazioni ha assegnato il progetto di riqualifcazione dal valore di 45 milioni di euro) la futura stazione della Tav, la Circumvesuviana e le due stazioni del metrò, la linea 1 e 2. «Effetti speciali? Noi guardiamo al futuro ma avendo il presente come priorità , la nostra non è una fuga in avanti» precisa il sindaco Rosa Russo Iervolino nello scenario di palazzo Roccella. Con lei il governatore Antonio Bassolino, il vicesindaco Rocco Papa, lo stesso Perrault, Ennio Cascetta assessore ai Trasporti della Regione, Antonio Esposito di Grandi Stazioni e Agostino Nuzzolo, Ordinario di trasportistica allÂ'Università Tor Vergata di Roma. LÂ'architetto francese ebbe lÂ'incarico dal vicesindaco esattamente un anno fa, il 15 aprile 2004. AllÂ'epoca promise che la sua idea sarebbe stata minimale, ma al tempo stesso capace di cogliere lÂ'anima di Napoli, una rivoluzione soft. E a giudicare dal progetto preliminare così è andata. Il francese ha «riempito il vuoto urbano dellÂ'area» inserendo nuove funzioni senza però prevedere nuovi volumi. Al loro posto giardini e spazi verdi. LÂ'architetto ha lavorato sulla ridistribuzione e migliore sfruttamento degli spazi. «La nostra è urbanistica partecipata - spiega Papa - questo progetto preliminare sarà a disposizione della città , siamo pronti a recepire ogni osservazione». Le tre piazze lÂ'idea qualificante, quella ipogea il perno intorno a cui ruota la trasformazione di tutta lÂ'area. Il tunnel pedonale, al massimo 8,50 metri sotto il livello della strada, sarà illuminato dalla luce del sole perché la tettoia-pergolato sarà in vetro, legno e metallo, tre elementi attraversati da piante rampicanti in grado di crescere anche in quelle condizioni. Degli ogm griffati Perrault. à già stato stimato che a fronte dei 40 milioni di indebitamento per far decollare il progetto, la società mista avrà a disposizione la piazza ipogea che vale 400 milioni. Spazi da affittare, e gli introiti saranno girati alle banche per pagare il debito. LÂ'assessore regionale ai Trasporti Ennio Cascetta, stima un transito giornaliero a regime di 260mila persone, ossia 75 milioni lÂ'anno, contro gli 8 milioni del porto e i 5 di Capodichino. Ecco perché gli spazi, le vetrine della galleria commerciale valgono oro. A questo va aggiunta la Tav: piazza Garibaldi da dicembre, con il Tgv in salsa italiana sarà distante dal centro di Roma meno di 70 minuti, da Firenze solo 300. |
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ëGli architetti stranieri ci invadono, ora bastaû
Architetti in rivolta: invasi da progetti stranieri Gregotti, Portoghesi e Sottsass guidano la protesta. Appello a Ciampi e Berlusconi «Ritardi, burocrazia e veti: agli italiani sono spesso mancate occasioni di lavoro» Un tempo, con Palladio, lÂ'Italia esportava la propria architettura in tutto il mondo senza importarne alcuna. Il suo trattato, «I Quattro libri dellÂ'Architettura» (1570), fu il primo bestseller del genere e diventò una «Bibbia» da seguire per tutti i costruttori anglosassoni; tanto che il palladianesimo è ancora diffuso a Beverly Hills. Oggi, le maggiori commesse del Belpaese stanno invece andando a «archistar» internazionali. Proprio ieri, la Giunta di Milano ha approvato il Programma per la riqualificazione della Fiera di Daniel Libeskind, Zaha Hadid e Arata Isozaki, un progetto che la Fondazione Fiera esporrà a fine settembre a Buenos Aires come «simbolo» della nuova Italia. Poi ci sono i progetti contestati: pensilina degli Uffizi di Isozaki, nuova Ara Pacis di Richard Meier e ponte di Venezia di Santiago Calatrava. Quindi il Museo di Roma della Hadid e, a Milano, Santa Giulia di Norman Foster, la Città della Moda di Cesar Pelli e il Palazzo della Regione di I.M.Pei. Di fronte a tanta «invasione straniera», al «pericolo» di un «meticciato architettonico» è lÂ'ora di una levata di scudi in difesa del «patrio suol»? Parrebbe di sì, poiché - dopo anni in cui ci si è lamentati dellÂ'assenza di architetti stranieri - lÂ'attuale situazione ha indotto un gruppo di prestigiose firme di casa nostra a scendere in campo in difesa della «irrinunciabile risorsa culturale italiana, che non può essere ulteriormente vanificata e ignorata». Tra i primi firmatari di questo appello - inviato ai presidenti della Repubblica, del Consiglio, di Camera e Senato - figurano Vittorio Gregotti, Guido Canella, Antonio Monestiroli, Franco Purini, Aimaro Isola, Ettore Sottsass, Cesare Stevan e Paolo Portoghesi. Il quale, a dire il vero, nel 1980 organizzò una Biennale Postmodern che rompeva stilisticamente proprio con quella tradizione dei Terragni, Libera e Ridolfi che ora si vuol difendere. LÂ'«Appello per lo sviluppo in Italia della nuova architettura», parla di situazione «drammatica» e individua come una delle cause il ricorso agli stranieri che, a differenza degli italiani, hanno potuto realizzare «grandi opere di interesse sociale» nei loro Paesi, mettendosi in buona luce. Al contrario lÂ'Italia ha accumulato ritardi privando i nostri architetti di analoghe «occasioni di lavoro». LÂ'appello ritiene maggiormente responsabili di questo «stato dellÂ'arte» - che non considera il fatto che gli stranieri sono stati vincitori di concorso e che agli italiani non era vietato costruire allÂ'estero - le sovrintendenze. Per questo lÂ'appello chiede di «mettere fine al diritto di veto» dei sovrintendenti «per limitarne il potere totalmente autonomo che ha privato lÂ'Italia di molte opere significative rimaste sulla carta» (ma anche salvato centri storici, no?) per affidarlo a una commissione più pluralista da insediarsi al ministero presso il Darc, la Direzione architettura. In questo modo si sostituirebbe il controllo periferico sul territorio «totalmente autonomo» delle sovrintendenze (una forma di federalismo) con un centralismo pluralistico. Per lÂ'architetto italo-svizzero Mario Botta, lÂ'appello è condivisibile. «Rafforzare la Direzione Architettura sarebbe un passo avanti. Credo ci sia un poÂ' di risentimento legittimo da parte degli italiani perché chi viene da fuori ha un portfolio ampio; basta che ciò non si trasformi sciovinismo». Botta condivide anche la critica alle sovrintendenze: «Il loro strapotere va limitato, perché intervenire con un veto quando si vuole è un lusso che nessun Paese può permettersi. La figura del sovrintendente è un poÂ' arcaica, borbonica, va riformata se crediamo che il progetto sia ciò che trasforma la città ». Dante O. Benini, progettista della cosiddetta nuova Torre di Pisa, è «dÂ'accordo sui cinquantÂ'anni di immobilismo del nostro Paese» ma non condivide lÂ'idea che gli italiani siano discriminati: «Vince chi presenta la miglior opera. Per la chiesa del nuovo millennio, in finale cÂ'erano cinque ebrei: che vuol dire? Dovevano essere cattolici? Io sto lavorando a Istanbul e non sono musulmano!». Sulle sovrintendenze condivide la critica: «Ricordiamoci che vietarono un progetto di Frank Lloyd Wright. Lo snellimento dellÂ'apparato burocratico è indispensabile. Il diritto di veto a posteriori è un anacronismo: la soprintendenza faccia parte delle commissioni di approvazione». Pierluigi Panza Copyright 2005 © Rcs Quotidiani Spa> |
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DesignCentre di S.DonÃÂ di Piave [Venezia]
Designcentre |
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Nuova Fiera di Roma
Passando sulla Roma-Fiumicino si intravedono già gli "scheletri" dei primi padiglioni, la prossima volta che ci passo farò qualche foto al cantiere, cmq per rinfrescare la memoria ecco qualche immagine: |
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a Torino (Caselle) il più grosso centro commerciale d'Italia
sorgerà a servizio dell'area aeroportuale |
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Arcore:nuova stazione
Nuova stazione ferroviaria di Arcore: |
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L'abitare ideale - Milano Santa Giulia, Norman Foster
L'abitare ideale |
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