Riprendo la notizia del grattacielo Rogers, postando nuove immagini, nella speranza di vederlo realizzato al più presto. Rogers, il Rinascimento della città Verona sud e grandi opere. LÂ'edificio di 100 metri è destinato a diventare un «simbolo» Il celebre architetto inglese autore con Renzo Piano del Beaubourg ha realizzato il progetto di recupero delle ex Officine Adige a Verona Sud. Seguendo una filosofia che è il suo marchio di fabbrica: al posto dellÂ'area industriale un grattacielo, abitazioni, uffici, negozi e un parco «Non si può pensare allÂ'architettura senza la gente». à da questo punto fermo che parte lÂ'impegno di Richard Rogers, il baronetto di Riverside (ma è nato a Firenze) che guida, nel suo grande studio - un edificio in mattoni rossi - affacciato sul Tamigi, un esercito di giovani collaboratori, addestrati alla sua arte (oggi espressa anche con lÂ'utilizzo dei più sofisticati mezzi tecnologici e informatici), ma anche al suo modo dÂ'intendere lÂ'architettura. Del suo «credo». Un «credo» che Rogers aveva diffuso anche tra i professionisti veronesi, lÂ'anno scorso, quando era stato ospite, al Banco Popolare di Verona e Novara in Zai, dei Giovani architetti. Quello era stato un primo approccio con Verona e per Verona Sud (la nuova frontiera della città ), denso di attese e di significati. Perché quella di Rogers (inizia lÂ'attività nel 1963, fondando con Norman Foster «Team 4») è una delle grandi firme che stanno contribuendo - affiancando il lavoro «storico» e attuale degli architetti veronesi  a dare un volto nuovo, più internazionale alla Verona del domani. Mario Bellini con lÂ'ex Foro Boario e Caccia Dominioni con il recupero ad uso residenziale di una grande area in zona Stadio sono altri esempi di quanto il privato sappia oggi affiancare il pubblico (in questo secondo caso la firma più significativa è quella di David Chippperfield per lÂ'Arsenale) per portare nuovi mattoni, anche culturali, quindi non solo materiali, alla costruzione della nuova Verona. Rogers, tra lÂ'altro, sarà a Venezia per la Biennale, per presentare due suoi progetti: Las Arenas di Barcellona e la 4th Grace di Liverpool. Verona Sud, con il progetto di recupero delle ex Officine Adige, sarà certamente unÂ'opera prestigiosa per la grande firma italo-inglese (la madre era triestina) e diventerà sicuramente una testimonianza, una «firma» nel ridisegnare Verona Sud. Una riscrittura che passa anche attraverso la realizzazione di un grattacielo, intorno ai 100 metri di altezza, destinato a diventare il simbolo della nuova Verona Sud, come lo è stato il Bauli negli anni Â'70, come la Torre dei Lamberti nella storia medioevale o, nel primo dopoguerra, il «grattacielo» di piazza Simoni. Nulla di nuovo, in verità , rispetto a una lettura delle città che vede i periodi storici, quelli dei nuovi «messaggi», caratterizzati da edifici che si proiettano in alto: Milano, ad esempio, con la torre Velasca prima e il grattacielo Pirelli poi e, nel futuro, con tre alti edifici firmati da altrettanti grandi architetti (una irachena, un giapponese e un polacco newyorchese), mentre anche Brescia guarda in alto per il suo nuovo polo commerciale-finanziario. Quello di Verona Sud è un progetto che si affianca a quelli firmati da Rogers per la sede dei LloydÂ's a Londra, per la Miami Yamashiro School di Kyoto, al nuovo aeroporto Barajas di Madrid o allÂ'Heathrow di Londra o a quello di Marsiglia, al complesso residenziale Daimler Chrysler di Berlino fino alla Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, al Tribunale di Bordeaux, allÂ'Assemblea del Galles a Cardiff. E poi, per fare mente locale e capire che cosa significhi parlare di Rogers, basterebbe ricordare il Centro Pompidou di Parigi (il celebre Beaubourg progettato insieme a Renzo Piano allÂ'inizio della carriera di entrambi) o il Millennium Dome di Londra. Anche Rogers, poi, come Bellini e come lÂ'altro grande italiano Rossi (che ha firmato, poco prima di una morte assurda, un complesso al Saval e stava per progettare un grande fabbricato per VeronaFiere) è sensibile alle esigenze del pubblico, delle istituzioni anche se «politicamente trasversale». à così il principale consulente del sindaco di Londra per architettura e urbanistica , e componente dellÂ'Uk Government Task Force, il gruppo di consulenza urbanistica del governo Blair. La sua Richard Rogers Partnership, con sedi a Londra, Barcellona e Tokio e oltre 130 collaboratori, non conosce frontiere. Progetta stabilimenti industriali, laboratori ad alta tecnologia, centri culturali, uffici, aeroporti (il nuovo terminal di Shanghai è lÂ'ultimo impegno) e lavori di restauro, prevalentemente in Spagna, Olanda, Estremo Oriente e Italia. Professionista poliedrico, con connotati da artista «razionale», Rogers considera importante anche il suo impegno di Verona, nel recupero delle ex Officine Adige, con spazi per uffici, hotel, spazi residenziali e commerciali, una piazza, una scuola, una chiesa che si affaccia su una grande piazza e un grande parco. Una visione progettuale pensata per una nuova città policentrica e compatta, una città ricca di diversità , dove unÂ'ampia varietà di funzioni sovrapposte crea animazione, ispirazione per i cittadini e dà vita allo spazio pubblico durante il giorno e la notte. Un intervento per la cui definizione urbanistica Rogers ha applicato il suo «credo» dellÂ'architettura pensata per la gente e per una città sostenibile. La riqualificazione delle ex Adige è uno dei piani di recupero di ex aree industriali che la giunta di Palazzo Barbieri deve approvare entro il 23 ottobre. Dare il via libera definitivo toccherà poi al Consiglio comunale. Rogers contribuirà a rigenerare Verona e, in particolare, Verona Sud, secondo lo spirito già individuato per Barcellona. «La città catalana» ha recentemente raccontato Rogers in unÂ'intervista a Stefano Bucci per il Corriere della Sera - dove si commentava la sua doppia presenza a Venezia - «è secondo me il modello più riuscito di città rigenerata, il miglior esempio di come si possa dare un futuro ai nostri centri storici, per quanto degradati». E Verona, come Barcellona, ha lÂ'acqua, che Rogers considera un elemento fondamentale di rigenerazione. Privato e istituzionale, quindi, sono i due terminali compatibili del pensiero progettuale di Rogers, che mira a creare, tra lÂ'altro, grandi spazi destinati alla gente (non li chiama pubblici, anche se lo sono) come le piazze e a considerare la città come momento cruciale per ogni possibile sviluppo. «Ma la città », ha ricordato a Bucci, «bisogna ripensarla su tutti i fronti: bisogna potenziare lÂ'efficienza dei mezzi pubblici, bisogna scegliere nuove forme di energia pulita. Bisogna arrivare a tassare chi va a vivere fuori. Così si obbliga a scegliere la città , piuttosto che la periferia, un centro vivo e vitale dove i vecchi negozi riescono a sopravvivere nonostante i grandi shopping centre». «Una città bella», sostiene Rogers nel presentare il suo progetto a Verona Sud, «in cui arte, architettura e paesaggio stimolano lÂ'immaginazione, una città in cui ci si incontra e ci si sposta facilmente, in cui i cittadini si muovono utilizzando i mezzi pubblici e le informazioni si scambiano incontrandosi faccia a faccia». Una sfida attraverso il Rinascimento urbano che potrà infondere nuova vitalità nella città e ricreare una «città per la gente».    > |