Friday, April 13, 2007

Milano e "La Rivoluzione del Bello"

"Rivoluzione del Bello" a Milano

Cadeo e Sgarbi: Â"Partirà da cinque luoghi storici di Milano il cambiamento dellÂ'arredo urbano della città. Punteremo tutto su illuminazione, sobrietà, rispetto per lÂ'arte e per il passatoÂ".
Maurizio Cadeo - Arredo, Decoro Urbano e Verde
Vittorio Sgarbi - Cultura

08/09/2006
Rivalutare i luoghi simbolo di Milano senza interventi costosi ma puntando tutto su luci, decoro urbano, sobrietà, rispetto per lÂ'arte e per il passato per rendere più bella la Città. EÂ' questo il senso della Â"Rivoluzione del BelloÂ" annunciata questa mattina a Palazzo Marino dagli assessori alla Cultura Vittorio Sgarbi e allÂ'Arredo urbano Maurizio Cadeo.
UnÂ'intesa fra i due assessori ha portato allÂ'individuazione dei cinque luoghi che saranno presto oggetto di cambiamenti e trasformazioni: lÂ'Arco della Pace, piazza Mercanti, le colonne di San Lorenzo, la fontana di De Chirico (Bagni misteriosi) e piazza Santa Maria delle Grazie.
In aggiunta alla riqualificazione immediata di questi spazi, i due assessori hanno deciso che a Milano dovranno sorgere anche due nuovi obelischi in altrettante piazze ancora da individuare: uno in memoria del Commissario Calabresi; lÂ'altro dedicato ai giudici Falcone e Borsellino. Entrambe le opere saranno realizzate da Ivan Theimer, pittore e scultore che ha già realizzato altre opere simili, una per il Palazzo dellÂ'Eliseo, a Parigi e un monumento per la Dichiarazione dei diritti dellÂ'uomo e del cittadino presso gli Champs de Mars.
«Abbiamo deciso di partire da questi spazi per la Â"Rivoluzione del BelloÂ" di Milano – ha sottolineato lÂ'assessore allÂ'Arredo Urbano Maurizio Cadeo – perché questi luoghi sono il simbolo della nostra Città; ci appartengono come storia, come tradizioni e come passato. Non valorizzarli nel migliore dei modi sarebbe un errore. Il decoro urbano – prosegue Cadeo – è infatti il biglietto da visita di ogni Città».
«Sobrietà, rispetto per lÂ'arte e per il passato – ha spiegato lÂ'assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi – sono le parole dÂ'ordine per la riqualificazione di questi luoghi: lÂ'illuminazione, la pulizia e piccoli cambiamenti miglioreranno lÂ'estetica dei monumenti».

Piazza Mercanti – Il nuovo progetto per la riqualificazione di tutta lÂ'area attorno a piazza Mercanti si baserà principalmente su un intervento di illuminazione scenografica che valorizzerà i dettagli architettonici dei prestigiosi edifici presenti nella piazza: la Loggia degli Osii, la Casa dei Panigarola, Palazzo dei Giureconsulti, la Loggia dei Mercanti, le Scuole Palatine, Palazzo Calori – Carminati. LÂ'ultimo progetto riguardante lÂ'illuminazione dellÂ'area pedonale della piazza risale alla seconda metà degli anni Novanta.

Colonne di San Lorenzo – Saranno due gli interventi principali che interesseranno la zona attorno alle colonne di San Lorenzo: lÂ'eliminazione delle fioriere attualmente poste alla base delle colonne; una nuova e più attenta illuminazione che, grazie a un gioco di luci e ombre ideato da un direttore della fotografia, riqualificherà tutta la lÂ'area.
Gli ultimi lavori per la riqualificazione delle aree attorno alla Basilica di San Lorenzo sono stati eseguiti nel 1999, in occasione delle celebrazioni per il Giubileo del 2000.

Arco della Pace – LÂ'Arco della Pace di Milano ricorderà lÂ'Arc de Triomphe a Parigi grazie ad un gioco di luci che collegherà idealmente il monumento che sorge in piazza Sempione con il Castello Sforzesco. La riqualificazione della piazza prevede inoltre lÂ'eliminazione degli attuali lampioni.

Fontana Â"Bagni MisteriosiÂ" – La famosa fontana che si trova nel parco Sempione, realizzata da Giorgio De Chirico nelÂ'73, sarà completamente ristrutturata e le statue dei bagnanti, un uomo e una donna, che originariamente la ornavano, lasceranno la Triennale per tornare al loro posto. La restaurazione della statua sarà eseguita da Giulio Macchi, che contribuì con De Chirico alla realizzazione dellÂ'opera.

Santa Maria delle Grazie – Piazza Santa Maria delle Grazie, porta dÂ'ingresso del Cenacolo Vinciano, sarà oggetto di interventi di riqualificazione che riguardano sia la pavimentazione sia lÂ'illuminazione.

comune.milano.it

beh meglio tardi che mai.. no perchè mentre i grandi progetti si sono finalmente sbloccati, si continua a trascurare i più semplici interventi di riqualificazione e ammodernamento di palazzi, strade e giardini.. trascurati da decenni.
se il comune riuscisse finalmente a riqualificare i luoghi storici di Milano e a ripulire le facciate di palazzi e grattacieli sarebbe veramente una Rivoluzione.>

Biennale di Venezia: Architettura. Tema: La Città metropolitana

Venezia - Biennale: le anime dell'architettura. Riflettori su trasformazioni strutturali e sociali citta'

Le trasformazioni strutturali e sociali delle citta', questi i temi su cui sara' focalizzata la 10/a Biennale di Architettura di Venezia. Diretta da Burdett, la mostra 'Citta'. Architettura e societa' presentera' dal 10/9 al 19/11, attraverso proiezioni di filmati inediti, foto, grafici elaborati tridimensionalmente, un allestimento con le esperienze urbane di 16 grandi citta', tra cui Shanghai, Tokyo, S.Paolo, Los Angeles, NY, Il Cairo, Istanbul, Londra, Berlino, Milano-Torino e molte altre.


LA CITTÀ IDEALE

La città del futuro, così come immaginata e progettata da un gruppo di ingegneri e architetti abruzzesi, mette ai margini le auto, dunque il caos, i fumi, lo stress del quotidiano, per regalare allÂ'uomo una città disegnata a sua dimensione. E gli spostamenti, solo a piedi? Sì, a piedi ma coadiuvati da suoli mobili fotovoltaici. La città delle meraviglie, sognata, agognata da tutti, automobilisti compresi. Bene, la «Città del futuro», una città ideale che snoda le sue strade verso il futuro dellÂ'architettura italiana, si chiama «Vema», in quanto situata tra Verona e Mantova, dunque nuova città possibile ideata dal talento progettuale di venti giovani ingegneri e architetti e gruppi di architettura emergenti chiamati a rappresentare il nostro Paese con una mostra «Italia-y-2026» allÂ'interno del padiglione italiano della 10ª mostra internazionale di Artchitettura della Biennale di Venezia 2006. Unico gruppo abruzzese partecipante al progetto formato da «Unoaunostudio» di Alberto Ulisse, il coordinatore, e Marino la Torre che ha sede a Montesilvano, e da «laq_architettura» di Marco Morante, Maura Scarcella, Giuseppe Marcotullio, Annalisa Taballione e Andrea Mezzaronma con sedi a LÂ'Aquila e Rocca di Mezzo. I progettisti, tutti ingegneri e architetti, si occupano, nello specifico, e come accennato, delle barre infrastrutturali della città di «Vema», denominate «Velo.city». Un tema accattivante risolto tenendo ai margini le auto attraverso una mobilità solo pedonale a diverse velocità, nel senso che si cammina su suoli mobili fotovoltaici che si dispiegano in una foresta urbana natutale-artificiale-energetica in cui sono studiati sistemi aggregati per una pratica nomade di abitare. Il tutto secondo criteri e soluzioni che garantiscano lÂ'autosufficienza energetica. I giovani professionisti abruzzesi hanno già realizzato opere significative ma per la prima volta hanno la possibilità di misurarsi con un progetto complesso su un palcoscenico importante come quello della Biennale di Venezia. «È unÂ'opportunità che ci riempie di orgoglio — ha detto lÂ'architetto Marco Morante — speriamo che le ricerche che svolgiamo in materia da anni e le sperimentazioni fatte su questo specifico progetto, possano essere utili per le città in cui oggi viviamo».>

Più grande dell’Eurodisney parigino

Ciao a tutti.
Sono nuovo e anch'io come voi sono appassionato di grattacieli ed infrastrutture in genere.
Finalmente ho trovato un forum dove poter scambiare idee con persone che la pensano come me (bisogna modernizzare il paese).

In questo periodo posso collegarmi ad internet raramente,ma appena avrò tempo visiterò il vostro forum.

Cosa ne pensate di questo parco?

La notizia http://www.edilportale.com/edilnews/...asp?IDDOC=1452
Il sito http://www.parcotematico.com/>

Rapporto Aci-Eurispes sulla mobilità

Salve a tutti,

volevo atirare l'attenzione dei foristi italiani sui tragici responsi del Rapporto Aci-Eurispes che ci mostra come le città italiane siano agli ultimi posti fra i paesi industrializzati in materia di mobilità e trasporti.
Volevo a questo proposito sapere se qualcuno è più informato di me sul tema e sa rispondermi su un paio di domande che hanno stuzzicato la mia curiosità e cioè:

1. qual'è la classifica esatta di tutte le 103 provincie italiane che il rapporto ha redatto?

2. è stato fatto un confronto quantitativo (e se sì su quali parametri) con le principali città europee?>

stadi di Torino

penso che sia ormai tempo maturo per aprire un thread a proposito di questo tema cosi caldo in questi giorni, ma che io personalmente denuncio da anni e che "per magia" sembra venire fuori solo adesso.

premesso che l'ingarbugliamento è parecchio complicato, riassumo per i non torinesi le vicende che si trascinano dalla seconda metà degli anni '90:


- con l'insediamento della Triade nella seconda meta degli anni 90, la Juventus reclama spazio per una struttura privata che, con l'insediamento di attività commerciali e strutture adeguate a uno sfruttamento dell'immobile non solo a fini calcistici, possa permettere di colmare il gap con i club inglesi per quanto riguarda i ricavi "da stadio".

- la juventus presenta infiniti progetti che vanno dai 30.000 ai 40.000 posti, propone infinite allocazioni, da Borgaro, a Collegno, a Lungo Stura Lazio: la Giunta Castellani si oppone in continuazione temendo l'abbandono di una struttura nuova (il delle alpi), temendo la perdita di immagine della città, difendendo il Torino che non avrebbe soluzioni alternative come campo di casa;

- 2001: Torino vonce la gara per ospitare le Olimpiadi 2006, che all'epoca prevedeva la cerimonia di Apertura al Delle Alpi;

- Chiamparino pochi mesi dopo diventa sindaco di Torino e propone la soluzione finale, salvando capra e cavoli:

a. il Delle Alpi sara dato in concessione all Juventus che potra modificarne solo l'interno, preservando la sontuosa architettura esterna; soluzione che permette il non abbandono del delle alpi, ma che a mio parere si rivela assurda: la juventus fara un progetto di "stadio nello stadio", ovvero contribune ravvicinate al campo, parallele a quelle vecchie; vi risparmio tutti gli altri dettagli "non sportivi".

b. si ristrutturerà il Comunale che ositerà la cerimonia di apertura dei Giochi, con il contributo del Torino Calcio allora di proprietà di Cimminelli: lo stadio a Giochi finiti sarà di proprietà del Torino.
Lo speculatore Cimminelli coglie subito l'affare e getto fumo negli occhi ai mass media... in realtà il progetto è anche qui assurdo: grazie ai vincoli della sopraintendenza, lo stadio non potrà essere modificato, e con le nuove norme di sicurezza si arriverà a circa 30.000 posti a sedere rispetto alle vecchie norme che arrivavano ad autorizzare un afflusso di 70.000 persone;
inoltre, il solito fumo nelgli occhi per le masse promette che "sarà eliminata la pista di atletica", ovvero al posto della pista ci sarà un prato: come dire, il prato al posto della gomma probabilmente comporterà che i giocatori si avvicinino agli spalti, visto che gli spalti resteranno dove sono!! (pazzesco).
Risultato? l'Olimpico sarà uguale al primo anello del delle alpi: 1/3 della capienza e visibilità identica. Ma questo, ovviamente nessuno lo dice: masse di tifosi contente, Ciminelli si frega le mani.


- il Toro nel frattempo fallisce: la spesa delle ristrutturazione dell'Olimpico non si puo fermare, ci sono le olimpiadi; Il Comune rileva tutti i costi e ovviamente la proprieta dell'impianto a fine Giochi;

- Il Toro viene comprato da Cairo, che subito denota perplessita per la capienza limitata

- juve e toro firmano per due anni l'affitto dell'Olimpico: Cairo non si esprime per l'acquisto dello stadio dopo i due anni, alla juve due anni (o uno) di permanenza all'Olimpico serviranno per ristrutturare il Delle Alpi;

- Giochi 2006: tutti contenti per avere speso miliardi per ristrutturare l'olimpico che per le olimpiadi ospitera solo le cerimonie (bellissime per carita, ma c'era gia uno stadio 3 volte piu grande)

- primavera 2006: la juve cade in disgrazia e sospende i progetti sul delle alpi, confermando per l'affitto dell'olimpico: risultato? Delle Alpi completamente chiuso


- ad oggi , Cairo si lamenta in continuazione della capienza dell'Olimpico proponendo a Juve e Comune di affittare il Delle Alpi per gli incontri di cartello; la Juve risponde picche, dovrebbe attivare manuntenzione ordinaria per un anno per avere pochi incontri; Chiamparino dal canto suo, dice che il Delle Alpi non risponde alle norme di sicurezza degli stadio mentre l'Olimpico ovviamente si (unico stadio italiano!!! assurdo). Inoltre, Cairo denota sempre meno la volontà di comprare l'Olimpico in futuro.

MORALE: L'OLIMPICO E STATO UN PROGETTO SBAGLIATO FIN DALL'INIZIO:

PERCHE RESTA UNO STADIO NON PER IL CALCIO;
PERCHE HA UNA CAPIENZA RIDICOLA;

PERCHE (non mi stanchero mai di ripeterlo) RAPPRESENTA IL PRIMO ANELLO DEL DELLE ALPI, e mi spice dirlo, I CITTADINI A VOLTE SONO COMPARTECIPI DI QUESTE SCELTE ASSURDE:

- NON CI VUOLE UN INGEGNERE PER CAPIRE CHE UNO STADIO "OLIMPICO" COME IL COMUNALE NON DIVENTA UNO STADIO PER IL CALCIO TOGLIENDO LA GOMMA DELLA PISTA DI ATLETICA;

- NON CI VUOLE UN INGEGNERE PER CAPIRE CHE IL COMUNALE E TRE VOLTE PIU PICCOLO DEL DELLE ALPI

-NON CI VUOLE UN INGEGNERE PER CAPIRE CHE L'AFFERMAZIONE "AL DELLE ALPI DI VEDE PEGGIO DI QUALUNQUE STADIO ITALIANO" E' STATA UN'INVENZIONE PER LA TRIADE PER MUOVERE L'OPINIONE PUBBLICA VERSO I LORO INTERESSI:

QUANDO IL 95% DEGLI STADI ITALIANI E COSTRUITO ALLO STESSO MODO, SE NON PEGGIO, A PARTIRE DALLO STESSO COMUNALE CHE TANTI TORINESI AVEVANO RIMPIANTO E CHE ORA SCOPRONO IDENTICO AL PRIMO ANELLO DEL DELLE ALPI.

scusate lo sfogo....>

Biennale di Venezia: METRO_POLIS (Napoli)

Ecco le foto sulla Mostra Â"Metro-Polis. La sfida del trasporto su ferro a Napoli e in CampaniaÂ". Finalmente possiamo dare un volto ad alcune delle più interessanti stazioni della metropolitana di Napoli che verranno inaugurate nei prossimi anni.
Non aggiungo nessun commento. Le immagini parlano da sole.
Buona visione.

PS: Aprirò anche un thread mondiale sulla sezione trasporti. Vantiamoci anche noi, quando possiamo

PS2: Alcune foto le ho fatte dalla brochure (ben fatta) perchè la qualità delle immagini non è ottima.


Linea 6_Stazione San pasquale (Boris Podrecca)
Interessante l'idea di una "scatola" ipertecnologica sottoterra.



Linea 1_Università (Karim Rashid feat Sergio Cappelli)
"in superficie l'omaggio alla cultura umanistica, nel sottosuolo l'età digitale".







Linea 1_Stazione Duomo (Massimiliano Fuksas)






Linea 6_Stazione Chiaia (Umberto Siola)




Linea 1_Stazione Capodichino (Richard Rogers)



Linea1_Stazione Garibaldi (Dominique Perrault)



Linea 6_Arco Mirelli ( Hans Kollhoff)



Non riesco a postare TUTTE le foto perchp il PC fa i capricci . Più tardi vedo di postare la foto della stazione TOLEDO, una delle più interessanti. >

Opere del Boston Museum tornano in Italia

ARTE: SARANNO TRASFERITE IN ITALIA OPERE MUSEUM BOSTONImportanti opere che attualmente sono esposte al Museum of fine arts di Boston rientreranno in Italia. Lo comunichera' questo pomeriggio alle 15 nel corso dio una conferenza stampa il vicepresidente del Consiglio e ministro per i Beni e le Attivita' Culturali Francesco Rutelli. L'incontro con la stampa sara' in via del Collegio Romano 27 "in occasione della firma dell'accordo culturale bilaterale - si legge in una nota - fra il ministero e il Museum of fine arts di Boston per il trasferimento in Italia di importanti opere d'arte".

LaRepubblica.it>

Articolo del NY Times su Venezia

Altro articolo del NY Times, questa volta su Venezia, citta` che danno ormai per persa

http://www.nytimes.com/2006/10/01/wo...ld&oref=slogin

"Vanishing Venice: A City Swamped by a Sea of Tourists

Four months ago, Mirella Dalla Pasqua, who was born and raised in this venerable city improbably built on water, did something she thought she would never do: she bought a house on the mainland.

Skip to next paragraph
Enlarge This Image

Sandro Michahelles for The International Herald Tribune
Tourists easily exceed residents, totaling 150,000 a day for Carnevale.
Â"I had no choice,Â" said Ms. Dalla Pasqua, 31, who now has to commute to her job in a glove shop near the Rialto. Â"IÂ'm proud to be a Venetian,Â" she said, but Â"house prices are impossibly high in Venice, and then you have to fix them up. Young people just canÂ't afford that.Â"

Ms. Dalla Pasqua is hardly the first Venetian to leave this sea-locked city. From a peak of 171,000 residents in 1951, the population of the historic center of Venice has fallen to fewer than 62,000.

Â"WeÂ've reached the point of collapse, the point where things could fall apart,Â" said Ezio Micelli, an urban planner who leads the municipal real estate development agency. But even as Venetians leave, tourists have been coming. And coming.

According to recent estimates, 15 million to 18 million tourists have come to Venice over the last year. On some days they easily outnumber residents, and during the pre-Lenten Carnevale tourists can number 150,000 a day.

Should the trend continue, newspapers fretted recently, by 2030 authentic Venetians could disappear here and the historic center could be reduced to a shell subsisting only on tourism.

Â"ItÂ's not meaningful to talk about Venice as a city anymore,Â" said Robert Davis, a professor of Italian history at Ohio State University and an author of Â"Venice: the Tourist Maze,Â" an entertaining and thoughtful cultural critique of the tourism phenomenon. Â"The city is basically already lost,Â" he said. Â"The speculation is what will happen to it next.Â"

Venice is now largely dependent on tourism for its economic survival, even as tourists complicate daily life for most Venetians.

Â"You canÂ't get onto a vaporettoÂ" — the public transport boat that ferries people around the canals and to the various islands like Murano that also help make up Venice proper — Â"without finding it packed with tourists and their suitcases,Â" grumbled Gianpietro Meneghetti, a retired bank manager.

He launched into a litany of grievances shared by many locals: high prices for basic foods, the inability to live normally among the interlopers.

Stores catering to daily needs like supermarkets, shoe-repair shops and even cinemas have been steadily muscled out by shops selling Murano glass, of varying qualities, and gaudy ceramic masks that capitalize on the cityÂ's storied Carnevale festival.

Hotels, new bed-and-breakfasts, restaurants and snack bars have added to the space pressure, driving up the price of real estate, a resource particularly limited in Venice.

Â"Things cost too much — if you stay, itÂ's only because youÂ've inherited a house,Â" said Walter Pitteri, who lives in Mestre, the mainland part of greater Venice, which sprawls to the west and includes Tessera Airport and Marghera, the industrial section.

Driving a car, which would be futile on VeniceÂ's winding and waterbound streets if their narrowness had not already precluded it, also has its attractions, he added. Â"IÂ'd never come back,Â" he said. Â"IÂ'm not interested in a city like this thatÂ's too difficult to live in.Â"

Property is exceptionally expensive in Venice, with a 1,000-square-foot apartment going for up to $1.3 million in the historic center, and more on the Grand Canal, but half or a quarter of that on the terra firma across the lagoon.

Even that is too high for some. With few jobs apart from tourism, the population of greater Venice has also declined since its 1968 peak of 367,832. It is today just shy of 270,000, including those in the old city.

Something must be done to Â"stop the exodus and protect the resident population,Â" Mayor Massimo Cacciari said in an interview in his office, in a palazzo abutting the Grand Canal.

The city has set aside money to help young couples meet the high costs of rents or mortgages, but it Â"barely covers a small percentage of the needs,Â" Mr. Cacciari said.

Through the municipal real estate development agency, the city is also trying to bolster the population by building 500 to 600 apartments in three far-flung areas, Santa Marta, Cannaregio and Castello, for rent to middle-class families, the group at the greatest risk of vanishing.

Â"If you lose the middle class, you end up with polarization between the very rich and the very poor, and the city becomes unglued and falls apart,Â" said Mr. Micelli, the development agency head. Similar projects in other areas of Venice, like Giudecca, have been successful, he said, slowing the exodus to the mainland and Â"reinforcing the social fabric.Â"

The Venetian authorities, hoping to lure new residents to the historic center, are looking at ways to develop job opportunities outside the tourist industry. Â"We need new energies from outside,Â" said Mara Rumiz, the Venice council member in charge of housing. The current population, she said, Â"just isnÂ't a sufficient critical mass to launch the city on a new path.Â"

But attracting new businesses here has not been easy.

Â"After all, you canÂ't build a factory here,Â" Mr. Cacciari said, citing VeniceÂ's fragile ecosystem.

Instead, the city is pressing its cultural advantages, increasing research facilities and university programs in the historic center and promoting cultural events like the Biennale art exhibition and film festival.

There may be ways, too, to siphon more tourist money directly into city coffers. Mr. Cacciari proposes a per-night tax on tourist stays and a more nebulous tax on people who make their living from tourism to compensate the city for local services.

Â"The demand for Venice is inflexible — rising prices wonÂ't stop it,Â" said Mr. Davis, the Italian history professor. Â"People will come anyway.Â" ">

Inaugurazione Nuova Fiera di Roma



La nuova Fiera di Roma, volàno per la capitale

È la giornata dell'inaugurazione, con gran spolvero di autorità e discorsi di rito. Il sindaco Veltroni è raggiante: «Non era facile immaginare che ci saremmo riusciti, ma ce l'abbiamo fatta, grazie anche alla grande determinazione di Andrea Mondello». La nuova Fiera di Roma, disegnata dall'architetto Tommaso Valle è costata circa 360 milioni di euro, non è più solo un'idea sulla carta. Ha aperto i suoi primi padiglioni a due passi dall'aeroporto di Fiumicino, con spazi espositivi triplicati rispetto alla vecchia sede, per ospitare «Orocapital», una grande mostra di gioielleria, oreficeria e argenteria. Entro il 2009 saranno disponibili tutte e 22 le aree espositive previste. Ci si aspetta molto da questa struttura, come ricorda lo stesso logo «Fiera di Roma, l'unica che in più ha Roma». Ci pensa Mondello, presidente della Camera di Commercio di Roma e presidente della Fiera Roma spa, a spiegare il significato di quel logo e quanto importante sia il legame tra il nuovo polo espositivo e la città.
«Questa fiera - aggiunge poi Veltroni - costituisce per Roma quella aggiunta di turismo-business che rafforzerà la crescita economica della nostra città. Quando ci sarà il nuovo centro congressi sarà un ulteriore completamento di questa identità. Il nostro obiettivo è aumentare le opportunità per far crescere la città: non si vince la battaglia del turismo senza suonare diversi tasti».

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=120935

















>

Olimpiadi: l'Italia si candida 2

ok apro il nuovo thread sulle candidature italiane ai giochi olimpici
dopo Torino si pensa già alla candidatura italiana dei giochi estivi del 2016..
dopo l'ottima perfomance dimostrata nei giochi di Torino, le chances di ospitare una olimpiade estiva nel futuro prossimo sembrano aumentare per l'-Italia..

dal sito http://www.repubblica.it

..TORINO - Tutti soddisfatti, tutti orgogliosi, qualcuno così rinfrancato dal successo da togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Alla chiusura delle Olimpiadi invernali è tempo di bilanci. E non c'è nessuno dei tanti protagonisti che non condivida che l'esperienza di Torino 2006 è tutta con il segno più. Dalla partecipazione del pubblico, alla bellezza della città e dei siti olimpici, agli ascolti tv, alla gestione della sicurezza. L'Italia porta a casa un tale credito che il presidente del Coni Gianni Petrucci batte il ferro finché è caldo e la butta lì: "Il successo di Torino 2006 ci spinge ad aver più fiducia nella candidatura italiana per i Giochi estivi del 2016. Non si capisce proprio perchè non dovremmo avere chances, perché si deve dire che non possiamo farcela - ribadisce a Radio Anch'io Sport - Chi l'ha stabilito che dopo Londra 2012 non ci debba essere un'altra sede europea? Madrid ci riprova, e noi che siamo... i più fessi?"..

OLIMPIADI, CRISTILLIN: PER ROMA 2016 ORA PIU' POSSIBILITA'

La presidentessa del Toroc di Torino 2006 Evelina Christillin, in un'intervista al quotidiano online affaritaliani.it ha detto che dopo il buon risultato organizzativo delle Olimpiadi invernali, la candidatura di Roma per organizzare i Giochi del 2016 ha più possibilità di successo. ''Data la mia esperienza olimpica - ha detto - credo che Roma abbia più chanches di successo. Le Olimpiadi rimangono una grande opportunità per rifare le infrastrutture e rinnovare il territorio. Credo che Torino con il suo successo abbia dato una mano a far conoscere la buona capacità organizzativa dell'Italia". (28/2/2006) (Spr)>

Articolo del NY Times sul Museo dell'Ara Pacis

Un articolo sull'opera di Meier a Roma, che cosa ne pensano i Romani del forum ?

FONTE: http://travel2.nytimes.com/2006/09/2...gn/25paci.html

"An Oracle of Modernism in Ancient Rome
Chris Warde-Jones for The New York Times
The Piazza Augusto Imperatore in Rome has a new modern neighbor, the Ara Pacis Museum, at center, designed by Richard Meier.

E-MailPrint Reprints Save

By NICOLAI OUROUSSOFF
Published: September 25, 2006
ROME — The opening of the Ara Pacis Museum should have been cause for celebration. The first major civic building completed in the historic center of Rome in more than a half-century, it trumpets this city’s willingness to embrace contemporary architecture after decades of smugly turning its back on the present.

Skip to next paragraph
Enlarge This Image

Chris Warde-Jones for The New York Times
The Ara Pacis, an altar symbolizing Roman peace and erected around 9 B.C., now rests in a new museum in Rome, where it is bathed in natural light.


The New York Times
Ara Pacis was excavated and carted in pieces a short distance to its present location in the 1930’s.
That the building is a flop is therefore a major disappointment. Designed by Richard Meier for a site at the edge of a Fascist-era piazza overlooking the Tiber River, the museum boasts a muscular main hall built to house the Ara Pacis, an altar erected as a symbol of Roman peace — that is, military conquest — from around 9 B.C. The building’s glistening glass and travertine shell has all of Mr. Meier’s usual flourishes, from the expansive use of glass to obsessive grids.

But in its relationship to the glories of the city around it, the building is as clueless as its Fascist predecessors. The piazza, designed in the 1930’s, was a blunt propaganda tool intended to invest the Fascist state with the grandeur of imperial Rome; Mr. Meier’s building is a contemporary expression of what can happen when an architect fetishizes his own style out of a sense of self-aggrandizement. Absurdly overscale, it seems indifferent to the naked beauty of the dense and richly textured city around it.

That kind of insensitivity tends to reinforce the cliché that all contemporary architecture is an expression of an architect’s self-importance. The building is bound to give ammunition to architectural conservatives who clamor that there is no room for bold new architecture in the eternal city.

But if you’re going to fiddle with ancient Rome, there are few better places to start than this site, the Piazza Augusto Imperatore. Designed by Vittorio Ballio Morpurgo, it is a prime example of how the Fascists used architecture to reshape and distort history.

The Ara Pacis was excavated from its original site and carted in pieces a short distance to its present location in the 1930’s. Mussolini reinstalled the altar in a new glass-and-stone building by Morpurgo next to the ancient tomb of the Emperor Augustus (63 B.C. to A.D. 14), implying the dictator’s supposed bond with ancient emperor-conquerors. The symbolic link between a modern Fascist state and a heroic classical past was fortified by the flanking buildings, with their abstracted facades and shadowy arcades.

Like other Fascist-era planners working in the city’s historic heart, Morpurgo callously razed the decrepit old neighborhoods that once surrounded the ancient mausoleum, as if to liberate the city’s repressed imperial history. But he ignored the essence of the city’s beauty, the wondrous way you suddenly press up against the facade of an unfamiliar church, for example, or enter an airy piazza that appears out of nowhere.

Although Mr. Meier speaks eloquently about the architectural past, his buildings can be stubbornly oblivious to physical and cultural context. In Barcelona, Spain, the enormous glass facade of his Museum of Contemporary Art inexplicably exposes the interior to the blazing sun. His Getty Center turns its back on the car culture of Los Angeles in favor of the themed fantasy of an Italian hill town.

The Ara Pacis Museum rises between a roadway that runs along the Tiber and the enormous weed-encrusted drum of the ancient mausoleum of Augustus several yards below. Anchored by the main entrance at one end and an auditorium at the other, the museum’s main hall is sheathed in glass on both sides so that motorists can catch glimpses of the Ara Pacis and the mausoleum just beyond it as they speed along the river. A pleasant marble stairway near the main entrance leads up from the piazza to the river embankment.

The building’s best features reside in the interior, along the carefully calibrated approach to the tomblike altar. Just inside the entry, for example, a long, low window extends along the base of the wall to remind you briefly of the world outside. From here a few shallow steps lead up to the altar, which is bathed in natural light.

Mr. Meier has also responded deftly to the Roman altar, supplying a structure that stands up to the sculpture’s weight and stark power. The main hall is supported by four heavy white columns that rise to meet a grid of deep beams. The contrast between the rough finish of Mr. Meier’s travertine and the ornate stonework works just fine.

There are other nice details. At the back of the hall a stair drops down behind a towering travertine wall to the theater lobby, which acts as a hinge separating the room housing the celebrated altar from the bustle. Above the theater an outdoor terrace juts out slightly to afford a view up toward the Piazza del Popolo.

Yet in Rome context is inescapable, and Mr. Meier’s building seems intent on shunning the city’s seductive charms. Like most new museums, the Ara Pacis is stuffed with unnecessary add-ons: an overly formal lobby, a bookstore and a 150-seat theater that seems a wrongheaded fillip in a museum with a single work of art.

The museum’s bloated size was not entirely Mr. Meier’s fault; the government client had something to do with it. But he compounds the problem by playing to the piazza’s monumentality rather than countering it with the quietness that its pomposity demands.

There is nothing lighthearted or gentle here. The formal symmetry of the two white blocks framing his building at either end, for example, gives the structure a self-important solemnity. The thick slab of a roof only adds to the composition’s oppressive weight.

Still worse is Mr. Meier’s treatment of two churches, San Rocco and San Girolamo dei Croati, at one end of the piazza. To root his building in the city’s ancient fabric, he created a long travertine wall that extends from the museum’s main entrance to the roadway beside the river. Viewed from the road, the wall chops the churches off at half height, so that you don’t feel the full effect of their coming into view as unexpected treasures. And Mr. Meier’s project overwhelms the piazza below, pressing in on it disrespectfully so that the church facades almost seem to recoil in embarrassment.

In the end his building may be as telling about the sins of our era as Morpurgo’s design was of his. While Mussolini’s architects can be faulted for trying to reshape the city’s history for their own propaganda aims — and to satisfy the egomaniacal drive of a despot — the museum reminds us that vanity is not unique to generals or politicians.

It may be another half-century before Romans go down this road again. ">

A Roma la finale di Champions League 2009!

UDITE, UDITE!

Calcio - A Roma la finale di Champions 2009
mercoledì 4 ottobre 2006 17.53.00


La città di Roma torna ad ospitare la finalissima di Champions league. La Uefa, infatti, ha assegnato allo stadio Olimpico l'epilogo del torneo 2008-2009.

Il grande evento tornerà nella Capitale dopo 13 anni. L'ultima volta era stata nel 1996, quando la Juventus di Marcello Lippi aveva alzato al cielo la "coppa dalle grandi orecchie", superando in finale gli olandesi dell'Ajax. Ancora prima, nel 1984, proprio i capitolini avevano avuto l'onore di disputare in casa la finale del massimo torneo continentale (persa con il Liverpool). Ma allora il torneo aveva l'antica denominazione di "Coppa dei Campioni". (riproduzione riservata).

sporteconomy.it>

Le torri di Roma

Palazzo Eni




INAIL Tower




Telecom Italia




Palazzo della Civilta Italia



Grattacielo Italia


Ministero Delle Finanze Torre I,Torre II, Torre III
>

Ideaargo: la sfida di Torino alla America's Cup 2010

Non mi sembra di aver trovato un altro thread a questo riguardo sul forum, quindi mi permetto di aprirne uno io. Chiedo scusa in anticipo nel caso mi fossi sbagliato...

comunque, a chiunque possa interessare e/o gia' non lo sappia

www.ideaargo.org/ita/ >

Immagini aeree di Milano

la scala


il Lido di Milano (per più di 40 anni è stata la più grande piscina del mondo!)


il cantiere della nuova Fiera a Rho/Pero


sempre la Fiera. vista dell'Onda, di cristallo lunga 1 km


il quartiere "difficile" di Ponte Lambro


la parte sud dell'Idroscalo


piazza Affari e la Borsa in Cordusio


la Tangenziale Est all'altezza di Milano2 Parco Lambro. in alto è visibile la fermata sopraelevata del metrò MM2 e la Metropolitana leggera del San Raffaele


il teatro degli Arcimboldi in mezzo al quartiere "discutibile" di Gregotti alla Bicocca


la Rotonda della Besana. oggi sede museale e di cinema all'aperto, ieri cimitero per i ricchi! provvisoriamente anche Lazzaretto durante una delle Pestilenze medioevali.


la barriera autostradale della Milano - Laghi (A7/A8) all'altezza di Arese


il carcere di Bollate. il più nuovo dei 4 di Milano (San Vittore, Monza, Opera gli altri)
>