Friday, April 20, 2007

Torino: Stupinigi prepara il restyling

PALAZZINA DI CACCIA
Torino: Stupinigi prepara il restyling


Prima il furto clamoroso, poi il baratro economico dell'Ordine Mauriziano e il dubbio che slittasse - e non di poco - anche la realizzazione dei lavori di restyling. Per La Palazzina di Caccia di Stupinigi - dopo sorti avverse e distrazioni fatali - è arrivato il momento di rialzare la china. Poco più di cinque milioni e mezzo di euro rappresentano un buon viatico sulla strada del rilancio turistico e artistico invocato a più battute dopo il saccheggio inestimabile dell'anno scorso. Ieri è stata firmata la determina per l'approvazione del progetto esecutivo e la pubblicazione del bando dei lavori di restauro previsto per l'inizio della prossima settimana sul Bur e sugli organi di stampa. Era l'ultimo atto di un lungo iter iniziato il 31 maggio del 2002 con la firma dell'accordo di Programma in materia di beni artistici e culturali che stanziava per il gioiello juvarriano di Nichelino svariati milioni di euro. Adesso è il turno del via libera ai lavori del primo lotto finanziati a grandi linee per un terzo dalla Regione Piemonte, e per altrettanto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e dal Ministero dei Beni Culturali. «Un chiaro segnale - dice l'assessore ai beni Culturali Giampiero Leo - che testimonia l'attenzione della Regione verso il patrimonio artistico e verso la salvaguardia dei beni dell'Ordine Mauriziano». I lavori - progettati a livello architettonico dai professionisti Aimaro Isola e Maurizio Momo - partiranno, con buona probabilità, entro giugno di quest'anno e i cantieri andranno avanti - ininterrottamente - per 24 mesi. In concreto verranno realizzati i nuovi impianti elettrici dell'area mussale che risalgono al 1949/50 e che risultano perciò obsoleti e, parallelamente, i nuovi sistemi di riscaldamento sotto la pavimentazione che risolvono uno dei grandi problemi che affliggono attualmente la Palazzina i cui interni, nei mesi invernali, sono avvolti in temperature polari vicine ai 3-4 gradi. Gli interventi si concentreranno anche sulle Cucine Reali dove sorgerà un ristorante, mentre dove c'erano i vecchi carbonili verranno creati nuovi servizi igienici per il pubblico oggi limitati a una sola rimessa. Il primo restyling ha l'obiettivo di alzare - tout court - due canoni imprescindibili per tutti i beni legati al turismo culturale: l'accoglienza e la ricettività. Un'opera accolta con soddisfazione anche dal sindaco di Nichelino Giuseppe Catizone che sottolinea «l'imprescindibile necessità di recuperare un patrimonio inestimabile come la Palazzina decurtata, a causa di gravi errori, di buona parte dei suoi gioielli e non più penalizzabile». Subito dopo - ma i tempi sono ancora lontani - toccherà al secondo e al terzo lotto di lavori che interesseranno le facciate esterne e le scalinate auliche e il completamento esterno della parte ovest, oggi esclusa dal percorso museale e ricovero dei mobili sulla via del restauro. L'obiettivo più a lungo termine «è quello di affiancare - conclude Leo - la Palazzina di Caccia ai gioielli di Venaria e Rivoli per creare uno splendido triangolo di storia e cultura nella periferia torinese».




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LA PALAZZINA DI CACCIA:

La costruzione della Palazzina di Caccia di Stupinigi fu iniziata nel 1729 verso la fine del regno di Vittorio Amedeo II su progetto e con la supervisione di Filippo Juvarra e fu seguita durante il regno dei suoi successori Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III.

Nel corso del tempo diversi architetti si avvicendarono alla costruzione della Real fabbrica che diede vita ad un cantiere ininterrotto per tutto il XVIII secolo.

Oltre a Giovanni Tommaso Prunotto, già collaboratore di Juvarra, furono attivi anche Ignazio Birago di Borgaro, Ludovico Bo, Ignazio Bertola e Benedetto Alfieri.

L'edificio nella sua disposizione architettonica a diversi "bracci di fabbricato" collegati da gallerie, è diviso in vari appartamenti di cui si sono conservate le denominazioni storiche. Esso occupa una superficie di mq 31.050 ed i fabbricati adiacenti si estendono per altri mq 14.289; il parco che lo circonda ha una estensione di mq 155.289 e le aiuole esterne hanno una superficie di mq 3.800. La Palazzina è costituita da 137 camere e 17 gallerie.

Il fabbricato, che è uno dei più belli esemplari dell'architettura juvarriana, si costruì, si ampliò e si arredò nel corso degli anni attraverso le opere di valenti artisti di varie epoche e di vario genere, fra cui decoratori, stipettai, artigiani del Piemonte e fuori Piemonte. L'edificio conserva quindi decorazioni pittoriche dei pittori veneziani Giuseppe e Domenico Valeriani, Gaetano Perego, Christano Wehrlin, viennese, figlio del pittore Adamo Wehrlin, nominato da Carlo Emanuele III conservatore delle Regie gallerie d'arte a Torino ed altri.

La Palazzina fu dimora prediletta dei Savoia per feste e matrimoni; si ricordano in particolare gli sponsali tra Maria Teresa, Principessa di Savoia e Filippo conte d'Artois, principe reale di Francia, futuro Carlo X, celebrati nel 1773. Nel 1791 seguì l'unione tra Maria Carola figlia di Vittorio Amedeo III e Antonio Clemente, poi re di Sassonia; nel 1842 si celebrarono le nozze di Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide d'Asburgo Lorena Austria. Si ricorda infine nel 1867 il matrimonio di Amedeo di Savoia duca d'Aosta con Maria Vittoria Dal Pozzo della Cisterna.

La Palazzina di Stupinigi ospita sin dal 1919 il Museo dell'Arredamento. Esso conserva mobili, dipinti ed oggetti di altissima qualità provenienti sia dagli arredi originali della Palazzina stessa, sia da altre residenze reali: i castelli di Venaria, di Moncalieri e di Rivoli.

La fisionomia attuale del Museo è quella definita dall'intervento di riordino attuato a far tempo dalla Mostra del barocco del 1963 e proseguito nel successivo decennio. Tra i mobili eseguiti per la Palazzina si segnalano quelli di Giuseppe Maria Bonzanico, intagliatore di spettacolare abilità, di Pietro Piffetti, autore dei Pregadio del Duca del Chiablese, e tanti altri capolavori di tecnica raffinata ed esemplare, in legni pregiati e intarsiati in avorio con ornati in bronzo dorato. Cassettoni, ribalte, scrivanie, inginocchiatoi, tavolini, divani e sgabelli sono da riferirsi alla migliore produzione di artigiani piemontesi come Luigi Prinotto.

Nel museo sono inoltre esposti diversi quadri tra cui ottantanove ritratti sabaudi e delle alleanze di famiglia provenienti per la maggior parte dal vicino castello di Moncalieri; i pastelli di Jean-Etienne Liotard furono invece eseguiti per la Corte dei Borbone Parma e provengono dal Castello di Colorno.
























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