Bellissimo (a mio parere) progetto sul lungomare di Rapallo: "Obiettivo del nostro progetto è rafforzare lÂ'immagine di Rapallo scoprendo (o ri-scoprendo) i valori più genuini e profondi che si riportano alla stessa ratio che sta allÂ'origine dellÂ'identità storica e culturale della città . Se è vero dunque che solo in una prospettiva storica è permesso cogliere il senso delle dinamiche urbane, da cui muovere verso un progetto criticamente fondato, è altresì vero che ogni città è ricca di una Â"suaÂ" ricchezza che la fa essere Â"diversaÂ". In questa Â"diversità Â" riposa in definitiva lÂ'identità segreta e preziosa di una città : un patrimonio da custodire gelosamente e perpetuare  nel segno della continuità , certo ma anche (questa la sfida che ci attende) in linea con gli indirizzi più aggiornati e le istanze innovative che dettano lo status di Â"uomini del nostro tempoÂ". Per questo siamo partiti dallÂ'assunto che il tema non dovesse essere circoscritto al solo waterfront ma dovesse essere esteso alla città storica nel suo complesso, di cui il waterfront è solo lÂ'affaccio a mare. EÂ' stato importante per noi considerare il rapporto tra la città e il mare alla luce della storia urbana, osservando in particolare come la stretta contiguità funzionale esistente in antico regime (quando la spiaggia è Â"portoÂ" e insieme Â"piazzaÂ" ed ha un ruolo assolutamente centrale nella vita economica e sociale della città ) viene in qualche modo incrinata con lÂ'avvento della stagione turistica (allorché il nuovo ruolo imposto dai rituali balneari fa della spiaggia un luogo di evasione, Â"altroÂ" rispetto alla città ), per subire una decisa alterazione nel Novecento con la costruzione della passeggiata lungomare  linea di demarcazione che si frappone tra terra e mare, di fatto obliterando, con un gesto imperioso che riassume la condizione storica di ville de saison allÂ'apice della propria ascesa, lÂ'articolata proiezione della vecchia palazzata sul mare, con le caratteristiche piazzette, i fondaci delle merci, le botteghe artigiane e quantÂ'altro concorreva a definire una vera e propria struttura portuale (ripa maris). Il che non significa, è ovvio, riproporre assetti anacronistici ma ritrovare, nella consapevolezza di ciò che è stato, la traccia di futuri scenari, alla luce di una ridefinizione delle condizioni e dei ruoli che si impone ormai con urgenza per Rapallo e il suo fronte a mare. La passeggiata a mare Per quanto riguarda la passeggiata a mare, si è inteso ripensarla sia nel ruolo, sia negli assetti, puntando ad unÂ'integrazione con la città vista come premessa al recupero di un necessario rapporto di continuità tra la città e il mare. Ciò si è ottenuto spezzando e rendendo più episodico il disegno del lungomare (che insiste sulla copertura del parcheggio, a mare della fascia verde che resta inalterata). Il nuovo disegno è ispirato alla articolata frammentarietà del fronte a mare della città storica, anzi ne è la proiezione sul mare  nel senso che slarghi e piazzette, estendendosi verticalmente, ne dettano la composizione. La passeggiata è meno Â"corridoioÂ" e più spazio urbano: un nuovo pezzo di città che media il rapporto con il mare, in totale continuità con il tessuto del centro antico di cui ripropone lÂ'immagine, quasi un riflesso sullÂ'acqua. LÂ'intero Â"sistemaÂ" (percorsi lungomare, aree verdi e di sosta, slarghi e piazzette) grazie ai percorsi verticali si radica in profondità nel centro antico. Piazza Â"dello ScaloÂ" (così la nuova piazza, vera e propria porta di Rapallo sul mare) è pensata come sbocco naturale della centrale via Magenta, che dal Â"cuoreÂ" della città (piazza delle Nazioni) punta direttamente al molo dÂ'attracco del servizio marittimo costiero. La piazza, al centro dellÂ'arco del lungomare, lo divide idealmente in due parti. Quella a levante, maggiormente esposta allÂ'azione del mare, si mantiene a quota 2 m s.l.m. ed è protetta da una mantellata di massi naturali. Quella a ponente, in posizione più riparata, cala leggermente di quota (piazza dello Scalo è a m 1,60 s.l.m., complanare e in continuità con piazza Martiri della Libertà ) e termina con una scalinata che giunge quasi a lambire lÂ'acqua e offre comodo accesso alla spiaggia. Il nuovo disegno della passeggiata è affidato a pochi, semplici elementi: la pavimentazione alternerà materiali lapidei di diversa natura e finitura superficiale (levigata, fiammata e martellinata) onde sottolineare la definizione degli ambiti (di sosta, attraversamento, transito ecc.), che resta per altro soprattutto affidata allÂ'organizzazione del verde. Le aiuole sono in parte a raso, in parte sopraelevate di rispetto al piano pavimentale, a seconda dellÂ'andamento altimetrico dello stesso, che si presenta lievemente ribassato in corrispondenza delle Â"piazzeÂ" (slarghi), a sottolinearne la continuità , verso lÂ'interno, con le piazzette del fronte edilizio storico. In questo caso le aiuole sono delimitate da bordi in pietra che fungono da seduta. Altrove, in corrispondenza del bordo a raso delle aiuole, si allineano sedili continui in elementi metallici estrusi (su disegno). LÂ'individuazione dellÂ'autorimessa interrata a mare dei giardini di piazza IV Novembre ha imposto lÂ'adozione di un nuovo profilo, con lÂ'avanzamento della linea di costa in corrispondenza della parte più arretrata e profonda del Golfo. Tenuto anche conto del prolungamento della banchina di sponda sinistra del Boate (molo dÂ'attracco per il transito), si è complessivamente ridisegnata e riproporzionata lÂ'insenatura, badando tuttavia a conservare inalterata la caratteristica curva falcata che è e resta uno dei valori fondamentali connessi allÂ'idea stessa di Rapallo, con il residuo lembo (prezioso) di spiaggia naturale che si staglia sul verde cupo dello splendido Â"boscoÂ" (non diciamo Â"giardinoÂ") dominato da rari esemplari di Pinus Pinea. Prima ancora che per lÂ'aspetto utilitaristico, andrà sottolineata lÂ'importanza di questo litorale sabbioso sotto il profilo paesaggistico. Esso va assolutamente preservato in quanto elemento naturale  linea morbida che contrasta piacevolmente con la Â"durezzaÂ" degli elementi costruiti di un paesaggio che oppone ad una lussureggiante naturalità una intensa, a volte prepotente urbanizzazione. Viabilità e parcheggi interrati. Le sistemazioni di superficie: spazi pedonali e verdi Non è questa la sede per affrontare lÂ'annoso problema dellÂ'attraversamento di Rapallo, il cui casello autostradale serve comÂ'è noto anche Santa Margherita, Portofino e, dalla parte opposta, Zoagli. Soluzioni sono state formulate sia nellÂ'ambito del Piano della Viabilità , sia successivamente (tra le altre, recente ed interessante, lÂ'opzione di un collegamento viario tra lÂ'autostrada e Santa Margherita con sbocco a San Michele di Pagana) e sono tuttora al vaglio delle Amministrazioni. Da parte nostra nutriamo la convinzione che il traffico automobilistico in transito non debba, in futuro, interessare il centro antico di Rapallo  tanto meno il fronte mare. Pensiamo invece che centro antico e fronte mare possano ricavare cospicui vantaggi da un sistema che agevoli non tanto il transito, quanto lÂ'accesso e la sosta degli automezzi. Facilità di accesso e possibilità di sosta sono requisiti indispensabili per promuovere la valorizzazione del fronte mare, esaltandone la centralità e stimolando le attività economiche. Non un tunnel (sottovia) dunque, che finirebbe per incentivare i flussi in transito e nullÂ'altro ma un sistema integrato viabilità /parcheggi costituito da unÂ'autorimessa interrata servita da corsia centrale a doppio senso di marcia  franco interno di m 2,40  con rampe di accesso agli opposti estremi (piazza Pastene e via Giustiniani, rispettivamente), pendenza 20% e sviluppo 20 metri  decisamente inferiore allo sviluppo (almeno 60 metri) delle rampe di unÂ'opera stradale vera e propria come sarebbe il sottovia. La struttura, che si individua al di sotto dellÂ'attuale passeggiata, vedrebbe confermata in superficie la sistemazione a passeggiata pedonale, mentre lÂ'attuale Lungomare Vittorio Veneto manterrebbe il ruolo di strada carrabile, ma a traffico limitato (per categorie di utenti e fasce orarie e stagionali). EÂ' inoltre prevista la salvaguardia della fascia verde esistente, con la parziale riorganizzazione (potenziamento dellÂ'effetto scenografico e di Â"cortinaÂ") che segue al nuovo disegno della passeggiata lungomare. Una seconda autorimessa interrata collegata alla precedente, a servizio più in particolare delle nuove strutture sia balneare, sia congressuale, è prevista, come si è detto, nellÂ'intorno di piazza IV Novembre, tra i giardini Giuseppe Verdi (il cui considerevole patrimonio arboreo non è in ogni caso interessato) e il mare. Anche in questo caso la sistemazione di superficie si gioca sulle aree pedonali e verdi del giardino. LÂ'obiettivo è ristabilire un rapporto con il tessuto antico della città , recuperandone le tracce a partire dagli assi viari storici. Decisivo, al riguardo, è il rilievo assunto dal percorso di uscita occidentale da porta Saline verso il ponte così detto di Annibale: ad esso il compito di ridare coerenza ad un disegno urbano confuso ed irrisolto, maturato tra Otto e Novecento con lÂ'urbanizzazione seguita alla sistemazione idraulica della foce del Boate (bonifica delle antiche saline). Con la realizzazione del percorso aereo che prende quota già dal giardino, per atterrare oltre il Boate e ricollegarsi alla direttrice del ponte tardo-medievale, si marca anche visivamente lÂ'asse portante della composizione, restituendo nuovo senso ad un elemento  il ponte, per lÂ'appunto  che appare oggi affatto incongruo e fuori posto, enucleato comÂ'è dal contesto originario di riferimento. Entrambe le autorimesse si sviluppano su due livelli interrati, di cui il superiore, organizzato a posti auto, potrà adibirsi a parcheggio pubblico a rotazione mentre lÂ'inferiore, tutto o parte organizzato a box, potrà trovare collocazione sul mercato in regime di concessione novantennale (legge Tognoli) e rappresentare così un cospicuo cespite iscrivibile allÂ'attivo nel bilancio dellÂ'operazione, specialmente se inquadrata, questa, in soluzioni miste pubblico-privato attuabili, tra lÂ'altro, con finanza di progetto. Lo Stabilimento Bagni Lido Situato allÂ'estremità sud-occidentale del Golfo, segna la conclusione della sua caratteristica linea falcata. EÂ' anche il punto di arrivo del percorso lungomare, dove tuttavia la passeggiata non ha termine ma prosegue raccordandosi allÂ'itinerario di sponda sinistra o in alternativa attraversa il Boate per raggiungere i giardini di sponda destra. LÂ'edificio dei Bagni, se da un lato si collega alla tradizione offrendosi come unÂ'aggiornata riedizione di un tipo che ha segnato unÂ'epoca, il Kursaal, dallÂ'altro sfugge ad una rigida definizione tipologica, e questo non solo per il fatto che lo abbiamo voluto flessibile e adattabile al massimo grado ma, soprattutto, perché lo abbiamo pensato come forma architettonica, una forma Â"adattaÂ" al luogo, a quel luogo caratterizzato dalla spiaggia lavorata dal mare, dallÂ'incerta lingua di terra (antiche saline) in precario equilibrio tra fiume e mare. Ma anche una forma Â"organicaÂ" (dallÂ'alto ricorda una creatura marina) che si solleva progressivamente dal suolo per distendersi lungo la curva che chiude a ponente la spiaggia. LÂ'involucro trasparente (vetrato), sorretto dalla struttura in segmenti metallici centinati, ingloba un corpo Â"solidoÂ" in cemento armato, dalla copertura in rame (il ristorante) e racchiude un giardino tropicale affacciato sul mare. Di giorno, alla luce del sole, i vetri riflettono lÂ'acqua, il cielo, gli alberi: lÂ'organismo architettonico si stempera e si confonde con lÂ'atmosfera del luogo. Di notte è un grande oggetto luminoso, una presenza che si impone decisamente nella scena del fronte a mare di Rapallo. Ma lÂ'edificio muta assetto e sembianze anche al volgere delle stagioni: dÂ'estate la copertura vetrata è in parte rimossa e lo spazio interno del giardino si pone in totale continuità con la spiaggia, diventando un prolungamento dello stabilimento balneare. Il carattere ciclico dellÂ'edificio, il suo mutare immagine e funzione al mutare delle stagioni, ne richiama una qualità singolare, legata alle categorie del provvisorio e dellÂ'effimero che denotano tradizionalmente lÂ'architettura balneare di Riviera (che si rinnova ogni inizio stagione, per essere smontata alla fine). Delle due vasche, quella esterna, situata a filo spiaggia, con bordo a sfiorare sullÂ'orizzonte aperto del Golfo, è un impianto natatorio di tipo ludico destinato ad integrare, dÂ'estate, lÂ'offerta dello stabilimento balneare. DÂ'inverno, quando la struttura si trasforma in pista da pattinaggio su ghiaccio, lo spazio verde interno diventa Â"giardino dÂ'invernoÂ", dove affaccia il ristorante e dove è allestito lo spazio esterno (dehor) del bar. Qui la vasca piccola (destinata dÂ'estate allÂ'utenza infantile) vedrà un utilizzo integrato con il Centro benessere ricavato in interrato a lato del giardino. Il Centro offre un complesso di servizi integrativi dello stabilimento Bagni  in unÂ'accezione estesa, in linea con un sistema ricettivo e dellÂ'ospitalità di elevato livello qualitativo  che va dai bagni caldi (46°C) e freddi (17°C) in acqua a diverso grado di salinità , a quelli di alghe, ai fanghi, agli idro-massaggi ecc., il tutto in un ambiente rilassante dallÂ'atmosfera umida e raccolta, che figura quasi come scavato nella roccia: protagonista assoluta è lÂ'ardesia a lastra da spacco naturale, a pavimento e parete, con riferimento esplicito ad un materiale che è tanta parte nella tradizione costruttiva locale. Il Centro ipogeo a quota -1,00 s.l.m. è direttamente collegato con doppia rampa gradonata al giardino a quota 1,00 (pari quota con la spiaggia) ma è anche raggiungibile dalla grande hall che disimpegna le principali strutture (bar, stabilimento Bagni ecc.), a sua volta accessibile dalla piazza a quota -1,00 che dà accesso, sul lato opposto, al primo livello del parcheggio sotterraneo. Questa piazza, snodo del sistema di accessi e al tempo stesso caposaldo dello schema compositivo, è destinata a svolgere un ruolo nel programma funzionale specialmente nellÂ'ambito dello spettacolo: manifestazioni musicali e teatrali, proiezioni cinematografiche ecc. Il Centro congressi Un episodio di rilievo del nuovo disegno del fronte a mare è dato dalla struttura congressuale che si individua sul lato a monte di via Gramsci, con affaccio diretto sul compendio verde dei giardini pubblici  a loro volta ripensati come parco urbano a tema e ridisegnati a partire dallo specchio acqueo a fuso definito dalle due direttrici curvilinee che, intersecandosi, dettano la regola della composizione. La nuova struttura congressuale (che non si pone in alternativa alle strutture presenti specialmente sulla cornice pede-collinare e rivierasca dellÂ'immediato intorno di Rapallo ma giocherà un ruolo complementare, forte della sua collocazione centrale) è un ulteriore elemento  accanto al nuovo stabilimento Bagni con le piscine, il centro benessere, il giardino dÂ'inverno, le piste da pattinaggio ecc.  destinato a rafforzare la capacità attrattiva e la centralità del fronte a mare (e con esso del centro antico), articolandone il ruolo attraverso lÂ'offerta di unÂ'estesa e qualificata gamma di opportunità , specialmente rivolte allÂ'ospitalità . La nuova struttura recupera tra lÂ'altro le vecchie strutture alberghiere, da tempo abbandonate, dei così detti Â"alberghettiÂ"  naturalmente aggiornandone gli standard, nel riconoscimento tuttavia del valore consolidato sul piano culturale e dellÂ'identità urbana. Gli spazi congressuali veri e propri trovano collocazione nel lotto retrostante, racchiuso da edifici sui restanti tre lati. Qui il progetto stabilisce il volume dellÂ'auditorium da 600 posti (parte in platea e parte in semi-galleria) che per non sopravanzare in altezza gli ingombri dellÂ'attuale ex sala cinematografica, è ricavato in buona parte in interrato. LÂ'accesso principale è da via Gramsci (trasformata in viale pedonale ed integrata nel disegno del parco urbano), in asse sul percorso che, attraverso il parco, mette direttamente a mare. DallÂ'ingresso, individuato nel corpo basso di collegamento delle palazzine-albergo, si accede al foyer (con i servizi di accettazione, guardaroba ecc.), che a sua volta dà accesso alla galleria. Il foyer, inoltre, si estende anche lateralmente alla sala-auditorium, affacciandosi sul vuoto a piena altezza in cui due coppie di rampe (oltre alle scale ed allÂ'impianto di ascensore) si sviluppano parallele collegando ai due livelli, rispettivamente, inferiore, della platea e superiore, della sala vetrata ricavata sul piano di copertura dellÂ'auditorium  a sua volta collegata direttamente alla palazzina est e fruibile anche autonomamente, per conferenze ed esposizioni. A questo livello intermedio, in quota con lÂ'ingresso da via Gramsci, il foyer disimpegna oltre che i servizi igienici, ulteriori salette per riunioni (presenti anche al livello inferiore), per allargarsi infine e collegarsi, dalla parte opposta, con la caffetteria, dove un ingresso secondario alla struttura congressuale è individuabile nellÂ'affaccio della stessa su via Matteotti. Il percorso pedonale pensile (passerella sul Boate) In realtà non si tratta tanto di un ponte pedonale per collegare le due sponde del Boate, quanto piuttosto del tramite ideale  materializzato poi nella Â"figuraÂ" del ponte  utile per stabilire un più ambizioso e ampio collegamento, tra la città antica (Â"centro storicoÂ") e lÂ'intorno urbano della foce del Boate. LÂ'obiettivo è dunque rinsaldare un rapporto con il tessuto antico della città , recuperandone le tracce a partire dagli assi viari storici. Decisivo, al riguardo, è il rilievo assunto dal percorso di uscita occidentale da porta Saline verso il ponte così detto di Annibale: ad esso il compito di ridare coerenza ad un disegno urbano confuso ed irrisolto, maturato tra Otto e Novecento con lÂ'urbanizzazione seguita alla sistemazione idraulica della foce del Boate (bonifica delle antiche saline). Con la realizzazione del percorso aereo che prende quota già dal giardino, per atterrare oltre il Boate e ricollegarsi alla direttrice del ponte tardo-medievale, si marca anche visivamente lÂ'asse portante della composizione, restituendo nuovo senso ad un elemento  il ponte, per lÂ'appunto  che appare oggi affatto incongruo e fuori posto, enucleato comÂ'è dal contesto originario di riferimento. Se questo è lÂ'obiettivo, si pone di conseguenza la soluzione: un segno leggero ma deciso, tracciato da un oggetto che si vuole il più possibile trasparente (vetro, acciaio), teso e slanciato (la doppia curva, orizzontale e verticale, del tracciato). Un oggetto che può dare il piacere di unÂ'emozione inattesa, innescata dalla condizione sospesa di chi si libra nellÂ'aria, muovendo i suoi passi tra le chiome degli alberi. "      > |
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