Tuesday, April 17, 2007

Kohn Pedersen & Fox per nuovo progetto Varesine

Merhaba Secondo quanto dettomi da Michele Sacerdoti, Lee Polisano della firma newyorchese KPF (quelli del 333 South WackerDrive per intenderci) sta lavorando all'area ex-Bruno de Mico alle Varesine. Milano - comitati a parte - sta diventando veramente esaltante.
Per chi ha veramente tempo da buttare nell'Olona, sottopongo il carteggio plasmatico tra il (sotto)scritto e Michele Sacerdoti:



le farà piacere sapere che l'arch. Lee Polisano dello studio KPF sta progettando l'intervento ex- de Mico alle Varesine

Michele Sacerdoti


-----Messaggio originale-----
Da: Massimo Beltrame [mailto:beltramemassimo@tin.it]
Inviato: domenica 30 ottobre 2005 18.54
A: Michele Sacerdoti
Oggetto: Re: milano


Gentile Sacerdoti,
le invio l'ultima mail per non tediarla e per non continuare un discorso che
potrebbe andare avanti all'infinito (anche se il nostro scambio è stato
molto interessante).
Da quello che mi risulta non è vero che Isozaki abbia progettato un
grattacielo simile a quello della Fiera. E' vero che tra i tre è quello meno
'originale' se non per il gioco cinetico degli ascensori esterni (sui lati
corti) che illuminati di sera concorreranno a dare al grattacielo una
sensazione di vitalità e movimento. Però la sua presenza nella rigida
architettura modulare è quasi un controbilanciamento alle forze centrifughe
degli altri due e pertanto crea una sorta di eqilibrio visivo molto
affascinante. Certo gli altri grattacieli sono autentici colpi di genio
perchè vanno al di là del palazzo per uffici-scatola-di-scarpe come dicono
in America (tipo i molti brutti edifici disseminati lungo le tangenzaili,
veramente tutti uguali e senza un briciolo di personalità) realizzando
qualcosa di autenticamente mai visto. Però concordo che i gusti sono gusti e
magari qualcuno più legato alla tradizione razionalista preferisce
l'eleganza e la fragranza dell'architettura di Piano al posto
dell'originalità quasi onirica della coppia Hadid-Libeskind. Certo, di fatto
questi signori sono attualmente i più visionari architetti del mondo (la
Hadid ha realizzato in germania una stazione per i pompieri che era talmente
geniale che il comune l'ha adesso adibita a Museo; Libeskind ha disegnato
quel pezzo di poetica architettura che è il museo di storia ebraica a
Berlino, a pianta segmentata con un corridoio verticale in mezzo vuoto; una
persona seguendo il percorso delle esposizioni si imbatte per forza ad ogni
cambio di periodo storico in questo corridoio-voragine con i nomi dei morti
nei lager, segno che la memoria storica di quel funesto periodo torna sempre
prepotentemente nella storia della Germania); non so se ha seguito la
vicenda della Freedom Tower: quello è veramente un esempio di come un
architetto geniale come Libeskind abbia dovuto abbassare la testa di fronte
a forze speculative più grandi di lui (leggi quel farabutto di Silverstein):
risultato: il progetto originario era come sempre lirico e sognante (il
grattacielo aveva un guglia asimmetrica più alta del corpo dell'edificio
perchè citava al contrario il braccio alzato della Statua della libertà: per
chi veniva dalla baia era un incrocio di sguardi emozonante. E la guglia era
completamente vuota e piena di verde, metafora della vita che tornava là
dove era arrivata la morte.) Ma Silverstein temendo che l'arte non gli
facesse tornare i conti con l'affitto degli edifici ha pensato bene di
chiamare David Childs architetto legato ai developers, il quale ha
modificato il progetto di Libeskind trasformando un'opera di altissimo
profilo poetico in un semplice palazzo per uffici. Spero che questo non
accada a Milano.
Conosco la citazione che lei mi ha inviato. Ha sicuramente un suo senso
preciso. In questo simpatico scambio di mail le rispondo però con un'altra
di William Pedersen (chief designer della firma KPF quella del 333 South
Wacker Drive a Chicago):
"Le caratteristiche antropomorfiche del grattacielo generano un'attrazione
che richiamano il fascino del conflitto amore-odio. Sono come Gulliver nella
terra dei lillipuziani. Impressionano per la loro statura. Secondo noi,
attribuire caratteristiche umane ai grattacieli li colloca, nell'ambito
della città, in un contesto di comportamento sociale che presuppone un
insieme di maniere condizionate. Quindi i grattacieli hanno tutta le
responsabilità di un personaggio pubblico il cui comportamento è esposto
all'esame di tutti e la cui personalità ha la capacità di provocare. Essi
diventano attori nel grande palcoscenico della città.Ciascuno deve
interpretare un ruolo specifico nello spettacolo; alcuni sono chiamati per
piccole parti, altri per grandi ruoli." (W.Pedersen, "Progettare alto" intro
a L'ArcaPlus Torri e Grattacili, Arca Edizioni, 1997).
Questi saranno chiamati per grandi ruoli. Come il Pirelli fece ed ha fatto
fino ad oggi. Con le loro caratteristiche umane. E' strana questa cosa ma in
fondo vera: dopo tutto noi milanesi abbiamo portato sempre nel cuore il
nostro Pirelli e proprio come si fa con le persone care, gli abbiamo dato
pure un soprannome, Pirellone appunto.

Spero di non averla tediata, in ogni caso se volesse avere info su questi o
altri architetti sono a disposizione.

Grazie dell'attenzione
Cordiali saluti
Massimo Beltrame
Milano




----- Original Message -----
From: "Michele Sacerdoti" <m.sacerdoti@tiscali.it>
To: <beltramemassimo@tin.it>
Sent: Sunday, October 30, 2005 12:32 AM
Subject: R: milano


caro Beltrame,
vedo che è molto più informato di me in materia di grattacieli nel mondo.
Il futuro dirà se le tre torri della Fiera saranno grande architettura,
qualcuno mi ha detto che il grattacielo di Isozaki è una copia di una
grattacielo già costruito dallo stesso architetto in Giappone.
Un amico architetto mi ha inviato questa citazione Federico Bucci : "Nella
sua progressiva dispersione geografica il grattacielo si isola sempre più
dalla città. Oggi i più celebrati progetti di grattacieli. (...) confermano
esattamente questa tendenza antiurbana. Le loro forme cadono dall'alto e si
conficcano dolorosamente nel corpo della città, in una terra che non gli
appartiene. Ognuno di questi tall buildings, come diceva Baudrillard* è "un
oggetto architettonico puro, quello che sfugge agli architetti, che nega in
fondo categoricamente la città e il suo uso, l'interesse della collettività
e degli individui, persiste nel suo delirio e non ha altro equivalente che
l'orgoglio delle città rinascimentali", ovvero, aggiungiamo noi, inabitabili
rappresentazioni urbane" (F. Bucci, Magic City, Mancosu editore, 2005
* J. Baudrillard, L'Amerique, Paris (1986), trad. it L'America, Milano 1987
Continuo a rimanere sulle mie posizioni e a non ritenere necessario riempire
Milano di grattacieli, anche se fosse per animare la pianura padana.
Mi piace l'idea di Monaco che con un referendum ha deciso di non autorizzare
edifici più alti dei 100 metri, pari all'altezza della cattedrale.
Dal punto di vista urbanistico, i grattacieli non sono una soluzione alla
congestione urbana perchè comunque creano un forte impatto di carico
urbanistico a causa delle persone che vi lavorano e della rete di trasporto
necessaria.
Quanto al giudizio sui vari grattacieli, su alcuni concordo e su altri no.
Cordiali saluti

Michele Sacerdoti


-----Messaggio originale-----
Da: beltramemassimo@tin.it [mailto:beltramemassimo@tin.it]
Inviato: giovedì 27 ottobre 2005 14.43
A: m.sacerdoti@tiscali.it
Oggetto: R: milano


Anzitutto la ringrazio per l'attenzione e la passione nella risposta,
qualità sempre molto apprezzate.
Se non la disturbo oltremodo, vorrei
però fare alcune precisazioni: per prima cosa non è vero che il
grattacielo si stia estendendo solo nelle aree orientali del mondo.
Pensiamo all'Europa: a Londra ci sono 11 grattacieli in fase di
proposta compresi tra i 242 metri della Heron Tower e i 307m della
Bishopsgate (passando per i 305,8m della Tower Bridge di Renzo Piano).
A Francoforte ci sono 8 grattacieli Â'in progressÂ' compresi tra i 160 m
della Tower 2 e i 250m della Marieninsel, a Madrid sono in costruzione
quattro grattacieli tra i 220m della Torre Espacio e i 250m della Torre
Mutua, a Rotterdam sono 5 i grattacieli proposti (dai 138m del De
Rotterdam ai 165 dei De Lange Juffer, è in costruzione inoltre un
grattacielo residenziale di 128 m il The Red Apple); Barcellona sta
progettando 4 grattacieli tra i 115 m della Torre Fira e i 150m della
Torre del Triangolo Ferroviario, Helsinki che lei ha citato ha in
progetto il grattacielo del Forum Virium di 26 piani alto più o meno
come il Pirelli. Potrei continuareÂ… in molti casi si tratta di progetti
talmente grandiosi che il nostro della Fiera con lÂ'altezza massima di
218 m al confronto sembra quasi un progetto in miniatura. E Milano non
è una città in miniatura visto che è la terza area metropolitana dÂ'
Europa con 4 milioni e mezzo di abitanti. Certo, non sempre si tratta
di buona architettura (il progetto di Helsinki è uno schifo per dirne
una) ma più spesso sì (vedi i progetti di Londra e Francoforte).
Insomma oriente o no, il grattacielo non solo è in salute ma gode di
ottima forma.
Sul fatto che Milano ha avuto al contrario di NYC la
possibilità di svilupparsi in larghezza, la risposta è presto data: la
città ha il più piccolo comune tra le metropoli italiane (dal centro ai
confini comunali non ci sono nemmeno 6 km); per contro, Los Angeles che
invece è la città più estesa del mondo ha comunque numerosi grattacieli
(il più alto è la US Bank Tower di Pei, 310,3 m). Sul fatto inoltre che
a Milano non ci siano grattacieli non è del tutto vero: il più alto
grattacielo dÂ'Europa venne costruito proprio nella nostra città, il
grattacielo della Repubblica appunto di mattioni e Soncini, che nel
1955 deteneva il record dÂ'altezza (e il Pirelli è stato a lungo il più
alto del mondo in cemento armato). Oltre la Galfa ricordo: i gemelli di
Garibaldi 98m (bruttissimi, quelli sì un vero scandalo, disegnati dalla
coppia Lazzari-Perrotta copiando spudoratamente lÂ'AT &T ), le torri
gemelle del Lorenteggio, strepitose, di unÂ'altra coppia stavolta
geniale Morisi-Gantès di 96m, lÂ'anonimo grattacielo del comune in
Melchiorre Gioia di 90m, la nitida torre di Porta Romana di 89m et
ceteraÂ… Non saranno altissimi, ma creano delle evidenze. Prendo inoltre
lÂ'occasione per specificare che la tesi di Milano-piatta che ha bisogno
di grattacieli non è mia ma del grandissimo Gillo Dorfles.
Concordo con
lei che per stupirsi non occorre un grattacielo, ma se è per questo
nemmeno una villa liberty del 900 a meno che non sia un capolavoro;
quello che occorre è grande architettura, e quella di Libeskind-Hadid e
Isozaki (+ Pei) lo è. La citazione del grattacielo curvo con le forme
della Pietà Rondinini (che Libeskind ama da quando viveva a Milano), è
strepitosa.
Altro punto, stavolta che mi sorprende: nelle altre città
degli Stati Uniti ci sono ben pochi grattacieli ? Dice sul serio o
scherza ? Non parlo di Chicago dove il grattacielo è nato (e dove cÂ'è
la più alta costruzione dÂ'America la Sears Tower di 443m) o di LA, SF,
Houston, Dallas, Miami, San Diego etc… ma anche nelle città più piccole
ci sono selve di grattacieli: prenda un piccolo paese come Cleveland
nellÂ'Ohio per esempio: là troverà al nitidissima Key Tower di Cesar
Pelli alta 288,6 m !
LÂ'unico caso è Washington ma solo perché cÂ'è una
legge che vieta la costruzione di palazzi che superino in altezza il
Washington memorial.
Per quanto riguarda il giudizio estetico delle
Â'tre grazieÂ' è normale che la gente non li abbia trovati belli. La
massa arriva sempre dopo, come è norma in arte (vedere come il pubblico
reagì alla Sagra della Primavera, ai quadri di Picasso, alle sinfonie
di Mahler, alla Tour Eiffel !!!). Pensi alla Galleria di Milano; oggi
tutti a fare i fighi dicendo il salotto di qui, il salotto di là; beÂ'
quando venne costruita fu talmente criticata dai cittadini per la sua
bruttezza che si dice Mengoni si sia suicidato gettandosi dalle
impalcature (io credo sia scivolato perché quel giorno nevicava ma la
questione della gente che trovava schifosa la Galleria rimane).
Aggiungiamoci Zevi che per ragioni politiche disse che la Galfa di Bega
era molto più bella del Pirelli. Il Pirelli ha fatto il giro del mondo,
la Galfa (che pure è bella certo) nemmeno il giro dellÂ'isolato.
Per
quanto riguarda il grattacielo di Pei concordo con lei sullÂ'eccessiva
volumetria degli edifici alla base anche se la mia critica è su un
piano diverso, estetico: secondo me la loro altezza è eccessiva perché
in questo modo finisce per rendere meno significativo lo Â'staccoÂ' della
torre dalla base.
Per quanto riguarda il vivaio cÂ'è poco da dire: per
il verde vale il discorso dei grattacieli; non bisogna difendere i
grattacieli tout court se la loro architettura fa schifo (vedi la torre
oscena che hanno appena costruito su progetto di Fuksas nellÂ'ex area
OM: vergognosa andrebbe rasa al suolo) così come non bisogna difendere
il verde quando è oggettivamente uno scandalo (vedi vivaio che sembra
una discarica ed è anche un posto pericoloso e pieno di travoni di
notte). Il progetto della biblioteca degli alberi (che è molto
intelligente) dovrebbe ovviare allÂ'estinzione del vivaio. Anche la
variante al progetto Fiera mi sembra un miglioramento: si è aumentata lÂ'
altezza di alcune costruzioni ma il parco ne ha guadagnato (e molto) in
uniformità diventando molto simile a quella superficie compatta che lei
citava nel progetto di Piano.
Sperèm che tutti alla fine saranno
contenti ma sono già sicuro che i tre grattacieli diventeranno unÂ'icona
fortissima per la città come lo furono la Velasca e il Pirelli (pure
sorti tra innumerevoli polemiche soprattutto per la prima).
Ultimissima
cosa: lei dice di non preoccuparmi perché tanto gli interessi in ballo
saranno più forti di tutto. Me lo auguro, ma vorrei aggiungere lÂ'ultima
considerazione: non è detto che speculazione uguale tout court a
disastro urbanistico. Dipende. Alla fine dellÂ'800 ci fu una
speculazione violentissima nella zona dellÂ'ex-Lazzaretto dalle parti di
via Tadino, dove oggi cÂ'è Africa Town. Quello fu un autentico disastro
che ancora oggi si poÂ' leggere chiaramente tra le maglie del reticolo
viario. Ma in altri casi la faccenda andò diversamente: qualcuno per
scopi speculativi riuscì a dare alla sua città addirittura un simbolo
amato da intere generazioni: lÂ'Empire State Building è lì a
ricordarcelo.

Cordiali saluti
Massimo Beltrame
Milano


----Messaggio
originale----
Da: m.sacerdoti@tiscali.it
Data: 27-ott-2005 2.25 AM
A:
<beltramemassimo@tin.it>
Ogg: R: milano

gentile sig. Beltrame,

credo
che Lei identifichi i grattacieli con il progresso.
In questo momento i
grattacieli si stanno estendendo nei paesi ex-comunisti che
scimmiottano l'occidente in ritardo, come la Cina o i paesi baltici.
Le
città di più matura crescita urbanistica non li amano particolarmente,
come a Monaco di Baviera o a Helsinki.
Milano, che ha avuto al
contrario di New York, la possibilità di estendersi in larghezza, non
ne hai mai fatto grande uso.
Infatti a parte la Torre Velasca, il
grattacielo Pirelli e il Galfa e il grattacielo di Piazza Repubblica, a
Milano non ce ne sono.
Dopo l'attentato alle Torri Gemelle si pensava
che di grattacieli non si sarebbe più parlato.
Invece grazie alla
passione peri i grattacieli del Sindaco Albertini sono tornati in auge,
con lo scopo dichiarato di far convivere gli interessi dei costruttori
e proprietari fondiari con la necessità di aree verdi. Di qui le
critiche al quartiere Bicocca e gli elogi al progetto Citylife con il
mitico Central Park.
La sua tesi che Milano, città di pianura, abbia
bisogno di grattacieli per movimentare il paesaggio, non mi convince.
Le ricordo che fine alla fine dell'ottocento una regola (la servitù del
Resegone) voleva che non si potesse costruire sopra la quota dei
Bastioni per poter vedere il Resegone dalla passeggiata delle carrozze.
Ciò vuol dire che le costruzioni alte danno un vantaggio a chi ci abita
o lavora in termini di vista ma danneggiano tutti gli altri, che non
vedono più le montagne. Ora le montagne si vedono solo guardando lungo
corso Buenos Aires.
Quanto ai fiumi, avevamo i navigli e le rogge e li
abbiamo coperti, trasformando una città d'acqua in una città di
asfalto.
Non credo che per stupirsi ci voglia un grattacielo: anche una
bella villa di due piani può stupire e Milano è piena di bellissimi
palazzi di tre o quattro piani. Personalmente abito in un palazzo di
quattro piani del 1905, monumento del Liberty italiano, visitato da
moltissimi turisti, in un quartiere di case piuttosto basse,
considerato uno dei più belli della città.
Il nostro sindaco vuole
imitare New York ma i grattacieli in quella città sono sorti in seguito
alla speculazione edilizia e il poco spazio a disposizione tra i due
fiumi. Nelle altre città degli Stati Uniti ci sono ben pochi
grattacieli, a Washington non ce ne sono, e ce ne sono ben pochi nelle
altre città, se non nel centro direzionale.
A Lione ce n'è solo uno, il
cosiddetto "matitone".
Con il futuro che ci aspetta, in cui i fenomeni
climatici si stanno accentuando e i black out di energia sono più
frequenti come pure gli attentati, direi che sarebbe meglio non
costruire in altezza.
Quanto al verde che si può costruire alla base
dei grattacieli, a New York ce n'è ben poco perché sotto si devono
costruire i parcheggi di servizio al grattacielo, e questi non possono
andare tanto in profondità e quindi si estendono in larghezza tutto
intorno al grattacielo, impedendo la costruzione di giardini su terra
piena.
Inoltre si creano vaste zone d'ombra che impediscono di goderne.
Se si esamina il nuovo parco della Fiera, un terzo è su soletta e
d'inverno è per la maggior parte all'ombra.
Il problema non è l'altezza
dell'edificio ma la sua volumetria, da cui deriva il numero delle
persone che ci abitano e lavorano e il carico urbanistico in termini di
servizi necessari (verde, spazi pubblici), di parcheggi, di auto che
vanno e vengono, di mezzi pubblici per trasportare le persone.
Se
vogliamo una città più vivibile dobbiamo ridurre le volumetrie, non
illuderci che mettendo gli edifici in verticale risolviamo tutti i
problemi. Questo è ciò che Albertini non capisce mentre l'Assessore
Verga, che tratta con i privati, capisce benissimo.
Il cemento
d'autore, griffato, è sempre cemento e non si può pensare che se i
grattacieli sono costruiti dalle "archistar" creano meno problemi
urbanistici.
Quanto all'estetica di questi grattacieli, non si sembra
che le "tre grazie" della Fiera siano particolarmente piaciute. Lei
forse non ha letto i commenti sul libro dei visitatori della Triennale
dove erano esposti i plastici dei vari progetti partecipanti.
Non
possiamo sviluppare Milano solo per farne il sogno degli architetti o
degli appassionati di architettura: questo è un modo mistificatorio
usato dalla lobby dell'edilizia per favorire i suoi progetti di
cementificazione della città.
Siamo partiti dai sottotetti (600.000
metri quadri recuperati) per arrivare ai milioni di metri cubi dei
progetti Garibaldi-Repubblica e Fiera Polo Urbano.
In ambedue questi
progetti i problemi non sono i grattacieli ma le volumetrie.
Alla Fiera
credo che un grattacielo singolo, come ha progettato Piano, stia bene
mentre i tre grattacieli affiancati con le loro forme strane stiano
malissimo. E incolte non va bene la distribuzione degli edifici
residenziali, che crea un parco troppo spezzettato tra le case, mentre
Piano lo aveva progettato come un triangolo compatto.
Per quanto
riguarda la nuova sede della Regione, il problema non sta nel
grattacielo di Pei ma negli edifici alla base, che occupano troppo
spazio in funzione degli impiegati ospitati, a causa della loro forma e
degli incroci.
E inoltre la localizzazione è infelice, proprio sopra
l'ex-vivaio Fumagalli che con gli anni ha creato un vero bosco di 200
piante. Per non parlare delle case intorno che vengono letteralmente
soffocate.
Comunque non si preoccupi perché nessuno potrà impedire la
costruzione di questi edifici, vista l'entità degli interessi in gioco.
Cordiali saluti

Michele Sacerdoti




-----Messaggio
originale-----
Da: beltramemassimo@tin.it [mailto:beltramemassimo@tin.
it]
Inviato: mercoledì 26 ottobre 2005 17.08
A: m.sacerdoti@tiscalinet.
it
Oggetto: milano


Gentile Sig. Sacerdoti, chi Vi scrive è un
autentico cittadino milanese
(da generazioni, una rarità visti i
tempi), laureato in filosofia
(l'estetica per l'appunto) e
appassionato della propria città. Vi
scrive semplicemente per farsi
portavoce dell'entusiasmo di molti
cittadini finalmente coinvolti
dall'ondata di energia elettrizzante dei
nuovi progetti pensati per la
nostra città. Il bellissimo libro di
Brandolini 'Milano Nuova
Architettura' ha rilanciato l'immagine della
nostra Milano da anni in
stato di totale amnesia architettonica (è
significativo che il libro
sia andato a ruba, la gente non vuole sic et
simpliciter parchi vuole
grande architettura). La nuova sede della
Regione Lombardia di Pei e
gli incredibili grattacieli di Isozaki,
Libeskind e Hadid sono una
risposta da troppi anni aspettata in grado
di restituire bellezza a
Milano dopo anni di paura e immobilismo.
Quello che voglio dire è che
molta gente già ama entrambi i progetti e
con estrema passione e
orgoglio si appresterà a difenderli, perchè la
città non può essere
bloccata per paura del progresso o per assurde
logiche politiche. I
milanesi come diceva Ponti, quelli veri, amano il
progresso e tutto
ciò che è grande e nuovo. Questa è la città dei
palazzi Montecatini,
del grattacielo della Repubblica, del Pirelli,
della Velasca... Non
vorrei assolutamente che Milano perdesse
un'occasione irripetibile per
tornare a far parlare di architettura i
suoi passanti in nome di un
immobolismo asfissiante. E' qualità della
vita anche riflettere sulla
nuova architettura e pensare al grattacielo
'gobbo' del grande
Libeskind con la mente rivolta alla pietà Rondanini.
Ai nostri figli
spero di poter spiegare anche questo. Milano ha bisogno
di grattacieli
per via del suo profilo incredibilmente piatto, senza
montagne, senza
fiumi. Così come il Pirelli è entrato nei nostri cuori
(Pirellone
appunto lo chiamiamo affettuosamente) anche questi
diventeranno parte
della nostra meraviglia. La gente ha finito di
stupirsi semplicemente
perchè troppo occupata a creare polemiche, ma
molta gente - le
assicuro - si è già entusiasmata dinnanzi a questi
segni grafici
fortissimi. Io vorrei poter portare i miei figli dinnanzi
a quelle
costruzioni, come mia madre faceva con me davanti al Pirelli.
Anche
questa è qualità della vita.

Spero di non averVi disturbato.

Cordialmente, Massimo Beltrame>

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